Eccoci finalmente arrivati alla guida relativa al primo allestimento. Se avete letto tutti gli articoli specifici della fase di pre-allestimento, secondo i miei calcoli dovreste avere a disposizione più o meno la seguente attrezzatura e materiali
L’acquario, comprensivo di sistema di illuminazione e timer, filtro (interno o esterno) con materiali filtranti, termoriscaldatore;
Mobile di supporto;
Materiale per il substrato, ovvero fondo fertilizzante e ghiaia o similare;
Materiale per arredo, ovvero rocce di varia natura e legni di particolare tipologia;
Biocondizionatori per trattare l’acqua e batteri per la maturazione del filtro;
Test a reagenti per i principali valori: ph, gh, kh, no2, no3.
A questo assetto di partenza, in base alle vostre inclinazioni è possibile che abbiate aggiunto altra attrezzatura, come ad esempio un sistema di erogazione di Co2, un cavetto da fondo, e nel caso più esagerato, anche un phmetro con elettrovalvola.
Materiali vari: cibo per pesci (che spero di ottima qualità e non acquistato nel supermercato!), retino, calamitina pulisci vetro, termometro galleggiante etc.
Partendo dal presupposto che trovate nella sezione Tecnica in acquario la spiegazione di come si utilizzano queste attrezzature indicate nell’ultimo punto, questa guida ha solamente lo scopo di aiutare il neofita nel primo vero allestimento base, lasciando appunto alle aspirazioni personali la facoltà di utilizzare in seguito mezzi più sofisticati. Nello stesso tempo, anche gli esperti possono condividere il mio modo di procedere e quindi acquisire un promemoria utile e da consigliare ad amici alle prime armi. Procediamo quindi per gradi.
1 GIORNO
Siete eccitatissimi, lo so, ma occorre una certa calma in questo frangente e procedere lentamente e con cognizione di causa. Avete tutto il necessario per allestire l’acquario che avete sempre desiderato e vorreste farlo il prima possibile. Prima regola fondamentale in acquariofilia: MAI E POI MAI AVERE FRETTA! La prima cosa che potete fare il primo giorno di allestimento è sicuramente montare il mobile di supporto: in base a ciò che avete scelto l’operazione può richiedere più o meno tempo. Ma state tranquilli, sia nel caso di mobili aperti e piccolini, sia nel caso di mobili con sportellini e più grandi, le istruzioni sono davvero semplicissime e l’unica cosa di cui dovete dotarvi è un cacciavite adeguato e in qualche caso qualche goccia di colla per i piroletti usati da collegamento tra le varie parti. Anche il mobile che appare più complesso, vedrete che seguendo le istruzioni passo dopo passo, raggiungerete lo scopo. Vi consiglio solo di non commettere l’errore di iniziare subito il montaggio senza leggere le istruzioni, in quanto anche se intuitivo, necessita comunque di alcune accortezze apparentemente futili. E non mi pare il caso di correre il rischio di allestire un mobile pericolante!
Terminata l’operazione, dovete collocarlo nel luogo prescelto: ripeto, fino allo sfinimento, di riflettere bene su questo argomento, perché una volta allestito non sarà possibile in nessun modo spostare l’acquario da quella posizione. Ma so che avete letto l’articolo dedicato all’argomento in questa sezione e quindi non mi preoccupo. Piazzato il mobile, verificate con calma che sia stabile e soprattutto in piano (i più precisini usano addirittura la livella!). Se il pavimento è leggermente scosceso o non liscio, verificate se il vostro mobile possiede dei piedini regolabili, che vengono utilizzati proprio per raggiungere il giusto equilibrio. In caso contrario, non rischiate di posizionare l’acquario in condizioni di eccessivo dislivello e valutate altre collocazioni.
Verificata la bontà del posizionamento, finalmente potete collocare sul mobile il vostro acquario. Attenzione, perché il vetro si graffia facilmente: togliete dalle mani anelli e braccialetti vari, e se volete un consiglio, toglietevi anche eventuali catenine che avete al collo (un mio amico appoggiando il peso sul petto non si era reso conto che gli era uscita dal maglione ed ha rigato il vetro frontale!). A parte questi piccoli accorgimenti, credo che non avrete difficoltà a collocare la vasca sul supporto. In caso di acquari di dimensioni notevoli vi farete aiutare da qualche amico.
Ora che la vasca è sul supporto, il primo consiglio che vi posso dare è quello di preparare un secchio con acqua pulita e una spugna morbida. L’ideale è che sia graduato con l’indicazione dei litri contenuti. Lavatevi le mani. Fate attenzione che il secchio non abbia mai avuto altro utilizzo, se non quello di accogliere acqua e nessun altro solvente o detersivo. In definitiva non deve avere neppur la minima possibilità di inserire sostanze nel vostro acquario. Infatti, con molta pazienza, vi consiglio di inumidire la spugna e pulire per bene tutte le superfici interne del vostro acquario. In questo modo eliminerete la polvere e lo sporco che inevitabilmente può essersi accumulato durante il periodo di inutilizzo.
Una volta pulito per bene l’acquario, la prima operazione di una certa importanza è quella di allestire il filtro. Se avete scelto il filtro interno, collocate la scatola di plastica sul lato destro dell’acquario: quasi certamente avrete in dotazione delle ventose che riusciranno ad ancorarlo saldamente nella parete laterale della vasca. Per una migliore presa inumidite leggermente le ventose. Una volta ancorato, potete procedere innanzitutto nel posizionare il termoriscaldatore nel suo alloggio, ovvero il primo settore del filtro, quello che vi troverete più vicino guardando l’acquario di fronte. Di solito esiste un alloggiamento predisposto da qualche anello in plastica nel quale potete inserire lo strumento fino alla fine della corsa: dovreste osservare la testa del termoriscaldatore rimanere al di sopra dell’anello in plastica, con in bella vista la manopolina di selezione della temperatura. Questo vi darà modo di poter modificare il valore richiesto non mettendo le mani nell’acquario una volta allestito; per ora girate la manopola sui 25 gradi. Nel secondo scompartimento, quindi quello centrale, dovete posizionare il materiale filtrante, sia chimico che meccanico. Vi consiglio di inserire nel fondo i sacchettini di ceramiche che avete acquistato e successivamente i canolicchi per l’insediamento dei batteri. Noterete che parte di questi elementi ricopriranno anche il fondo dell’ultimo scomparto. Non vi preoccupate di questo, è normalissimo che avvenga. Fate attenzione invece a sciacquare per bene sotto acqua corrente i materiali in questione, in modo che perdano la polverina che hanno intorno. Sempre nella colonna centrale inserite nella parte rimasta vuota, ovvero quella sopra i canolicchi, la lana di perlon che avete acquistato. Vi consiglio di creare due batuffoli distinti in quanto questa accortezza vi faciliterà la fase di manutenzione del filtro che vedremo nella guida successiva. Fate due batuffoli senza esagerare, ma in modo tale che coprano tutta l’apertura della colonna del filtro: insomma, calcolate che tutta l’acqua che deve passare in quella seconda parte del filtro deve incontrare la lana. Infine, nel terzo ed ultimo scomparto, quello vicino alla parete di fondo dell’acquario, collocate la pompa di ricircolo. Sicuramente avrete in dotazione un tubicino in gomma che potete tagliare in base alla lunghezza che vi occorre per far uscire l’acqua dalla bocchetta del filtro. Posizionate tranquillamente la pompa o attraverso le ventosine di cui è dotata su una delle pareti del filtro, oppure direttamente sulle ceramiche che hanno sconfinato sul fondo. Non fatevi venire in mente di provare se l’attrezzatura funzioni: se attaccate le prese alla corrente, la pompa si brucerà in pochi secondi e il termoriscaldatore imploderà sonoramente. Se proprio volete, l’unica cosa che potete provare è l’impianto delle luci.
Nel caso abbiate acquistato un filtro esterno, la situazione è ancora più semplice, poiché i materiali filtranti, rappresentati sempre da canolicchi situati nei cestelli, e spugne come materiale meccanico, sono inclusi negli alloggiamenti interni. Non dovete far altro che sciacquare i materiali come già esposto, e ricollocarli nelle posizioni in cui li avete trovati quando avete aperto il filtro. Fatto questo la cosa che può darvi un pochino fastidio è il montaggio della griglia di aspirazione e della bocchetta di flusso dell’acqua. Anche in questo caso basterà seguire delle istruzioni semplicissime e vedrete che riuscirete ad ancorare al lato sinistro la griglia di aspirazione, mentre nel lato destro la bocchetta di flusso. Se posso darvi un consiglio, ponete la griglia di aspirazione ad una distanza di qualche centimetro dal fondo che avete intenzione di allestire, mentre per quanto riguarda il flusso dell’acqua, ritengo sia meglio inclinare leggermente la bocchetta verso destra, in modo da creare delle spirali di corrente che prendano in considerazione tutta la superficie e non creino zone di ristagno. Collocate la bocchetta di flusso un paio di cm sotto il livello massimo stimato della superficie dell’acqua per non creare troppe turbolenze in vasca, ma nemmeno essere insufficiente allo scopo. Anche in questo caso levatevi di mente di provare il funzionamento dell’attrezzatura. Inoltre, se nel caso del filtro interno dovete procedere per forza al suo allestimento prima di riempire la vasca, poiché il suo volume deve essere compreso in quello totale, nel caso del filtro esterno potete tranquillamente allestirlo anche dopo aver riempito l’acquario. A voi la scelta. Sistemate a questo punto, anche il termoriscaldatore, in quanto non esiste un alloggiamento ad hoc nel filtro esterno. Utilizzate le ventose ed inseritelo dove ritenete meno invasivo per il layout che andrete a realizzare.
Sistemato il capitolo filtro, potete iniziare a realizzare il fondo del vostro acquario. Se avete acquistato un cavetto riscaldante, e volete ospitare diverse piante, la prima cosa che dovete fare è collocare il cavetto direttamente sul vetro del fondo a serpentina utilizzando le ventose in dotazione. Potete leggere tranquillamente l’articolo dedicato nella sezione tecnica del sito per maggiori delucidazioni in merito. Sia che lo abbiate fatto o meno, procedete con la stesura del materiale fertilizzante acquistato. Per questa tipologia di terriccio non occorre lavarlo con acqua, in quanto finireste per fare un pasticcio notevole: occorre che sia facilmente “stendibile” sul fondo e quindi secco. Procedete nel versare il terriccio uniformemente su tutto il fondo dell’acquario, e se avete utilizzato il cavetto di fondo, assicuratevi che lo ricopra completamente. In caso contrario, assicuratevi di fornire uno spessore uniforme di almeno un paio di centimetri. Se volete, potete anche posizionare questo terriccio in base alle zone in cui volete disporre le piante nel vostro layout lasciando libero il resto del fondo. Io personalmente ve lo sconsiglio, in quanto successivamente potreste avere interesse nel collocare piante anche in quelle zone inizialmente escluse. Finito di stendere il fondo fertilizzante, dovete occuparvi dello strato superiore, ovvero della ghiaia che avete scelto. Il mio consiglio è il seguente: sia che abbiate acquistato ghiaia che non ha bisogno di lavaggio, sia che non lo abbiate fatto, lavate sempre qualsiasi cosa che introducete in acquario. Per cui armatevi di santa pazienza e sciacquate più volte nel secchio utilizzato in precedenza il vostro ghiaino. Ripetete l’operazione fin quando l’acqua non diventerà limpida quando lo smuovete: solo allora avrete la certezza che avete lavato per bene il vostro materiale di fondo. Completata la pulizia, potete inserirlo in acquario. La sensazione è sicuramente diversa rispetto al terriccio, in quanto la massa bagnata di ghiaia è meno plasmabile e vi si appiccica anche tra le dita. Anche in questo caso armatevi di pazienza e diffondete il materiale in maniera uniforme su tutta la superficie. Tuttavia, vi consiglio di creare un dislivello tra la parte anteriore e quella posteriore dell’acquario in modo da dare maggiore profondità allo scenario. Fate in modo di ottenere un substrato totale di almeno 4 cm nella parte anteriore, per poi raggiungere gradatamente gli 8-10 cm in quella posteriore. Non graffiate i vetri con i sassolini né con le mani piene della loro presenza.
Fatto questo, iniziate a lavare per bene i materiali di arredo che avete intenzione di inserire. È proprio questo il momento in cui il layout che avete tanto studiato entra nel vivo. Non preoccupatevi se per il momento non potete ancorare piante alle rocce o muschi ai legni: l’obiettivo che dovete raggiungere è un altro. Lavate per bene sotto acqua corrente sia le pietre che i legni e se lo ritenete opportuno, procedete anche nella “bollitura” sia degli uni che degli altri. Questo assicurerà una certa disinfettazione degli elementi che volete inserire, anche se, nel caso dei legni, farà perdere importanti acidi umici benefici per i pesci. Comunque decidete voi come meglio procedere, l’importante che almeno una delle due procedure venga applicata.
E’ arrivato finalmente il momento di riempire la vasca. Ponete un piattino sul fondo dell’acquario, in particolare nel caso abbiate un filtro interno, proprio sotto la griglietta di ingresso dell’acqua. Potete iniziare delicatamente a far cadere l’acqua prelevata dal vostro rubinetto, proprio all’interno del compartimento del filtro che fuoriesce sul piattino: questo eviterà che con il suo movimento a caduta, l’acqua crei vere e proprie buche nel substrato con conseguente fuoriuscita del terriccio fertilizzante. Nel caso di filtro esterno centrate semplicemente il piatto. Per farlo, utilizzate il solito secchio incontaminato da cui prelevare l’acqua con altro recipiente altrettanto sterile. E’ bene che il secchio sia graduato, ovvero che indichi i litri che contiene, in modo tale che prendiate coscienza di quanti litri alla fine avrete inserito in vasca. ATTENZIONE: è importante che annotiate questo dato! Man mano che vedrete riempire il vostro acquario e che la colonna d’acqua inizia a salire, potrete decidere quando è il momento giusto per toglierlo via: assicuratevi però che il getto dell’acqua in caduta non arrivi sul fondo. Riempite la vasca in base alle indicazioni di livello massimo consentito, che potete facilmente individuare o nell’acquario stesso, o nella parete esterna del filtro interno. Nel caso del filtro esterno, avreste già dovuto accorgervi di questo limite in quanto avete sistemato la bocchetta di flusso proprio sotto di esso.
Una volta riempito completamente, accendete tutti gli impianti, la luce, il termoriscaldatore e la pompa di ricircolo. Verificate che tutti funzionino regolarmente. Nel caso del termoriscaldatore osservate se la spia di funzionamento sia attiva e in caso non riusciate a vederlo a causa della sua posizione, fate affidamento sul valore che il termometro che inserirete in quel momento vi indicherà fra qualche ora. Infatti, se sarà raggiunta la temperatura impostata sul termoriscaldatore, ovvero 25 gradi, allora è garanzia di funzionamento corretto di quest’ultimo. ATTENZIONE: nel caso invece abbiate un filtro esterno, aspettate ad azionarlo, in quanto dovete prima agire manualmente, di solito con una manopola presente per questo scopo, per riempirlo tutto. Questo viene attuato per evitare che la pompa di pescaggio giri a vuoto e venga bruciata in men che non si dica. Quindi il vostro filtro esterno prima di funzionare deve essere pieno! Vi accorgerete che sia così, quando continuando ad agitare la manopola su e giù come una pompa, non usciranno più bolle d’aria dalla bocchetta di flusso. Finalmente azionatelo.
Se tutta l’attrezzatura funziona a dovere, potete apprezzare gli sforzi del primo giorno di lavoro. Sicuramente le pareti del vostro acquario saranno piene di tante piccole bollicine: non cercate di rimuoverle per nessun motivo, in quanto è un fenomeno assolutamente normale che deve sparire da solo. In genere questo accade nel giorno successivo. Non preoccupatevi se osservate i vostri materiali di arredo nello stesso stato. Le bollicine andranno via da sole. Preoccupatevi invece di regolare il timer delle luci impostandolo in modo tale che ne assicuri l’accensione almeno per 8 ore al giorno e al massimo di 10. Consiglio come sempre una sana via di mezzo: 9 ore o 9,5. Al contrario il resto dell’attrezzatura dovrà rimanere in funzione sempre: staccherete la spina del filtro e del termoriscaldatore solo durante le fasi di manutenzione, ma per il resto devono essere sempre funzionanti.
Occupatevi infine dell’acqua immessa in acquario. In base al biocondizionatore che avete acquistato e i litri che avete inserito (avete ricordato di annotarli man mano che riempivate l’acquario?), dosate i giusti mm di biocondizionatore direttamente nell’acqua. Applicherete la proporzione presente sull’etichetta di ogni biocondizionatore: quindi se la proporzione è di 10 ml ogni 40 lt d’acqua, ed io ho riempito 60 lt netti, significa che inoculerò con la mia fedele e precisa siringa, 15 ml di biocondizionatore direttamente in acquario. Questo è il primo passo verso la creazione di un ambiente ideale all’inserimento di pesci tropicali. Il primo giorno di allestimento può concludersi qui.
2 GIORNO
Il giorno dopo… I vetri dell’acquario e l’arredamento sono ancora decorati di qualche bollicina, ma sapete già che questo fenomeno passerà presto. In questo secondo giorno di vita della vostra vasca, potete sicuramente iniziare ad inserire i primi ospiti importanti: i batteri. Sebbene non saranno visibili e interessanti da osservare, sono sinceramente la componente più importante per la buona riuscita del vostro progetto. Spero che abbiate già preso visione del funzionamento del ciclo dell’azoto, e che sappiate per bene la funzione che svolgono questi simpatici ospiti: in caso contrario ve lo illustrerò sinteticamente. I rifiuti prodotti dai pesci e dalle sostanze organiche che si deteriorano in acqua, producono tra le altre sostanze l’ammoniaca che rappresenta un elemento nocivo per la salute dei vostri pesci. I batteri, una volta annidati nel materiale biologico del vostro filtro, trasformeranno l’ammoniaca in nitriti, altra sostanza tossica, ma decisamente con minor impatto sul sistema. Nel passaggio dell’acqua nel filtro, altre tipologie di batteri riusciranno a completare il cerchio trasformando i nitriti in nitrati, che rappresentano il prodotto meno nocivo e quindi più tollerabile dai pesci. Ovvio che quando anche questa quantità avrà raggiunto una soglia elevata, dovrete intervenire con il cambio d’acqua per abbassare la sua concentrazione. Se il vostro filtro è efficiente riuscirà a svolgere facilmente queste operazioni di trasformazione, ma se avrete fretta, inserendo molti pesci ed esagerando con il mangime, rischierete di creare un carico notevole di ammoniaca che il vostro filtro non riuscirà a smaltire ed avrete inevitabilmente un crollo biologico.
In ogni caso per fa maturare bene il vostro filtro, iniziate in questo giorno, possibilmente sempre alla stessa ora, a dosare direttamente nella lana di perlon o spugne, i ml richiesti in base alla capienza netta del vostro acquario. Il concetto è lo stesso visto anche con il biocondizionatore per trattare l’acqua: avrete una proporzione suggerita nell’etichetta o confezione del flaconcino e in base a quella riuscirete a prelevarne con la vostra fedele siringa il quantitativo adatto. Se non riuscite a inoculare i batteri direttamente nella lana di perlon o nelle spugne per varie ragioni, fatelo in prossimità della bocca di aspirazione del filtro: questo vi assicurerà che i batteri raggiungeranno il materiale biologico all’interno in maniera veloce. Il mio consiglio è quello di aggiungere i batteri giornalmente durante la prima settimana e anche quella successiva all’inserimento dei primi pesci.
Fate attenzione ad una serie di eventi che l’introduzione dei batteri può determinare. Infatti, tenete conto che almeno all’inizio ci sarà molto materiale da decomporre in vasca, determinato dagli arredi e altri elementi. Quindi non vi spaventate se osservate in controluce una patina leggermente colorata in superficie, in quanto sono i vostri batteri che se ne vanno in giro cercando sostanze per alimentarsi. Se fra qualche giorno noterete anche il cosiddetto effetto nebbia nell’acqua, il concetto è il medesimo: noterete che l’acqua non è più limpida come quando l’avete inserita, ma ha per così dire, quasi una consistenza lattea, biancastra che appare proprio come fosse calata la nebbia sul vostra paesaggio acquatico. Anche in questo caso non preoccupatevi, non effettuate cambi d’acqua e state assolutamente tranquilli: sono sempre i vostri batteri che completano l’assimilazione delle sostanze e quindi si sono moltiplicati a dismisura e vagano per la vasca. Dopo quattro o cinque giorni potrete osservare l’acqua tornare limpida e la concentrazione di batteri dileguarsi. Quindi non allarmatevi e state tranquilli.
L’inoculazione quotidiana dei batteri non è l’unica operazione che potete attuare in questo secondo giorno. Infatti avrete sicuramente notato che la temperatura ha raggiunto il valore desiderato, e che quindi è il momento giusto per poter inserire i primi ospiti importanti nello scenario, ovvero le piante. In base alla vostra scelta del layout avrete acquistato diverse piante: piante da fondo, quindi solitamente a stelo e lunghe, piante da centro di media altezza, e piante da primo piano.
Molti consigliano di inserire le piante già il primo giorno. Alla base di questa ragione vi è un aspetto molto pratico. Infatti nella fase di riempimento dell’acquario avreste potuto riempire solo per un terzo la colonna d’acqua: questo vi consentiva di poter collocare senza problemi le piante da primo piano. Inserendo altra acqua potevate collocare senza bagnarvi troppo quelle centrali, ed infine a riempimento compiuto posizionare le lunghe piante del fondo. Onestamente non preferisco questo metodo. Ritengo invece che se ci sia stata una buona organizzazione del layout, è preferibile la procedura che vi ho consigliato io per un motivo molto semplice: si evitano stress termici alle piante che possono anche danneggiarle seriamente. Quindi mi sembra più opportuno inserirle il giorno successivo quando l’acqua ha raggiunto una temperature ideale e l’impianto luci è stato testato, piuttosto che procedere nel primo giorno in condizioni ancora “ballerine”.
Comunque, potete approfondire il collocamento delle piante nella apposita sezione del sito. Qui mi limito a dirvi che potete ancorare le piante sciafile come Anubias e Microsorium su pietre o legni con del filo da cucito che poi sparirà ben presto una volta ancorate le piante. Sarà emozionante vedere il proprio scenario prendere i primi colori del verde delle piante. Collocate nel substrato le altre tipologie facendo un piccolo buco nella ghiaia accompagnando con il dito in parallelo l’apparato radicale delle piante stesse. Quando toglierete il dito la piantina rimarrà nella giusta posizione nel substrato. Quanto alle piante galleggianti, se ne avete acquistate, lasciatele disporre sulla superficie come meglio credono! Ma al di là del posizionamento, che avrete ben chiaro in quanto studiato precedentemente nella programmazione del layout, molto più importante è la fase precedente all’inserimento in acquario. Siate scrupolosi nell’osservare la salute delle piantine: rimuovete le foglie danneggiate prima di inserirle e cercate di accorciare di qualche cm le radici troppo lunghe. Ovviamente non esagerate, altrimenti rischiate di danneggiare l’apparato radicale: questa operazione da effettuare con forbici ben affilate, darà spunto alla piantina per sviluppare foglie nuove e in salute e potenziare la fitta rete di radici. Una particolare attenzione dovete riservare anche alla fase di eliminazione della lana di vetro in cui solitamente vengono vendute.
Infatti, nella maggior parte dei casi avrete acquistato piantine posizionate in vasetti di coltivazione in plastica, pieni di lana giallognola di vetro. Dopo aver rimosso la lana e quindi la pianta dal vasetto, cercate quanto più possibile di eliminare la lana che attanaglia le radici. Tutto questo per molte ragioni: innanzitutto dovete liberare la piantina per interrarla nel substrato, e non da meno, lasciare avanzi di lana in acqua vagando qua e la nell’acquario rischierebbe di danneggiare le branchie dei pesci che inserirete. Infine, tenete conto che tale lana di solito contiene molte sostanze di conservazione protettive per le radici della pianta, ma assolutamente nocive una volta inserite in acqua. Quindi, una volta eliminata il più possibile, sciacquate anche in acqua pulita le radici della pianta per eliminare il più possibile residui pericolosi, sia della lana, che di sostanze nocive.
Un altro controllo scrupoloso che vi consiglio di effettuare in questa fase, riguarda anche la presenza di piccole uova bianche sulle foglie e le radici delle piante. Spesso, infatti, i vegetali sono veicoli pericolosi di specie di lumache invasive e infestanti. Anche in questo caso l’operazione di “lavaggio” sotto acqua corrente può ridurre di molto questo pericolo. Concluse tutte le accortezze del tipo, potete finalmente collocare le piante in acquario. Vi consiglio davvero di avere più pazienza possibile nella rimozione della lana cercando di non danneggiare le radici delicate delle piantine.
Al termine, finalmente ammirerete lo scenario che avete progettato. Tuttavia, tenete conto delle giuste distanze da concedere alle piantine per il loro sviluppo e accrescimento. Quindi non preoccupatevi di riempire ogni buco di superficie del substrato e non fate troppo caso per ora agli spazi aperti: l’obiettivo non è quello di riprodurre ora lo scenario come lo avete sognato. Crescendo vedrete le piante completare quel disegno estetico che state cercando di realizzare, quindi per ora godetevi solo l’impianto.
Se per caso avete acquistato anche un sistema di erogazione di Co2, è il momento giusto per installarlo. Per questo vi rimando all’articolo dettagliato nella sezione tecnica del sito. Voglio solo sottolineare che potete fertilizzare con anidride carbonica già da subito, mentre evitate qualsiasi fertilizzazione liquida per il momento. Le vostre piante prenderanno i nutrienti direttamente dal substrato ricco di elementi ed avranno uno sviluppo notevole fino ad un mese/mese e mezzo. Quando la crescita inizierà a fermarsi e sarà passato il periodo temporale suddetto, allora potete iniziare a prendere in considerazione un protocollo di fertilizzazione liquida. Ma fino a quel momento tenete conto che con il loro utilizzo potete solo incrementare la crescita delle alghe.
6 GIORNO
Dopo aver continuato ad inoculare i batteri fino al 6 giorno compreso, e aver osservato l’ambientamento più o meno lento delle piante inserite, è il caso di concentrarsi su alcune verifiche. Dovete prendere coscienza della composizione della vostra acqua per capire quali tipologie di pesci poter inserire, o meglio, quali escludere visto che la maggioranza vivrà bene nelle condizioni che la vostra acqua di rubinetto ha riprodotto in acquario.
In verità l’analisi dell’acqua mediante i test per reagenti che avete acquistato andrà benissimo, ma alcuni ritengono che possa essere fatta già prima dell’allestimento in modo da capire che tipo di acqua si possiede in partenza. Infatti durante l’allestimento, se avete cognizione di quale tipologia volete riprodurre, potete farlo facilmente senza creare stravolgimenti in corso come in questo caso. Io però, non ho consigliato di farlo per il semplice motivo che essendo questa una guida per principianti, sono convinto che debba essere utilizzata in quanto tale e quindi sfido chiunque a dimostrarmi che un neofita già possiede le conoscenze per decidere a priori quale acqua ottenere. La maggior parte non si pone (e direi quasi giustamente) questi quesiti: si ha semplicemente la voglia di allestire un acquario per poi capirne i meccanismi e magari possederli nel tempo. Quindi, seguite i miei consigli ed effettuate le analisi ora: è meglio fare esperienza adattando la scelta dei pesci all’acqua che riuscite ad ottenere naturalmente (che comunque ripeto vada bene per la maggior parte dei pesci che vedete nei negozi!), piuttosto che fare il contrario.
Se avete letto l’articolo relativo proprio ai test per reagenti, sapete già come vengono utilizzati: bisogna solo riempire una provetta con 5 o 10 ml dell’acqua del vostro acquario e procedere al dosaggio delle gocce del reagente come da istruzioni contenute nella confezione. Successivamente potete apprendere il valore dell’elemento misurato confrontando le scale colorimetriche associate, o, come nel caso del Kh e Gh, contando semplicemente il numero di gocce dosate. L’utilizzo è davvero semplicissimo e non credo sia il caso di dilungarsi ulteriormente, in quanto sia l’articolo segnalato che le istruzioni che troverete nella confezione sono un ottimo supporto.
Ciò che invece ritengo di dover specificare sono i valori e il loro significato.
PH: è il grado di acidità della vostra acqua. Si misura in una scala che va da 0 a 14. I valori compresi al di sotto del 7 sono acidi, mentre quelli superiori sono basici. Il valore 7 indica un ph neutro. Considerate che la maggior parte dei pesci tropicali vive bene in un range di ph compreso tra 6.5 e 7.5, quindi verificate di essere almeno vicini a questa soglia. Quasi sicuramente vi preannuncio che avrete un ph tendente al 7.5 o superiore, anche se tutto varia molto in base alla zona geografica. Quello che voglio dire è che sicuramente avrete dalla vostra acqua di rubinetto una componente basica, mentre invece quando vorrete riprodurre acqua acida dovrete intervenire con altri metodi, come ad esempio il taglio con acqua osmotica.
KH: è un altro fattore fondamentale. Indica quanti sali tampone rispetto al ph avete in acqua. Questi sali se presenti in forte consistenza, riescono a rendere stabile in ph, mentre invece quando sono bassi non esercitano questa azione tampone e quindi il ph può oscillare più consistentemente con conseguenze a volte molto dannose. Il kh viene determinato su una scala di valori di grado progressivi, anche se i valori ottimali per un acquario sono quelli compresi tra 3 e 6. Nel vostro caso avrete sicuramente un’acqua ricca di sali, quindi avrete una forte azione tampone sul ph e il vostro kh sarà elevato. Una considerazione importante su questo valore è che insieme con il ph contribuisce attraverso una relazione matematica a determinare quanta Co2 avete disciolta nell’acqua per le vostre piante. Se volete approfondire il concetto come al solito esistono articoli specifici nella sezione tecnica relativi al sistema di erogazione di Co2.
GH: indica il valore totale dei sali disciolti nell’acqua. Di solito i valori ottimali sono rappresentati nel range compreso tra 8 e 14 gradi, e contribuisce con il calcolo del Kh a determinare se la vostra acqua è dura o tenera. Ovviamente più il valore sarà basso, e quindi l’acqua contente meno sali, e più l’acqua sarà tenera; al contrario valori elevati di questi elementi determinano un’acqua dura. Vi anticipo già che la vostra acqua è dura.
No2: rappresentano i nitriti. Ormai già sapete che sono elementi nocivi per i vostri pesci e la loro presenza deve essere pari a 0. Questo significa che dal confronto del valore con la scala colorimetrica deve essere associato proprio questo valore. La totale assenza di nitriti significa che il vostro filtro funziona benissimo e che i batteri riescono a trasformare tutta l’ammoniaca prima in nitriti e successivamente in nitrati.
No3: sono i nitrati. Anche questo valore quindi rappresenta una soglia di efficienza del vostro filtro, con la semplice considerazione che siccome i pesci produrranno rifiuti in continuazione, i batteri riusciranno a trasformarli in nitrati, ma prima o poi la loro soglia aumenterà inevitabilmente in acquario e allora dovrete intervenire voi per eliminarli con il cambio d’acqua. In genere valori ottimali sono inferiori ai 30 mg/l. Quando misurate valori maggiori è il caso di determinare un cambio d’acqua.
Dalla prima analisi compiuta sulla vostra acqua, salvo grandi sorprese e con approssimazione delle gradazioni dovuta alle differenze tra zone geografiche, dovreste aver appreso di avere a disposizione un’acqua basica e dura. Questo come anticipato vi porterà ad escludere l’introduzione di specie di pesci che proliferano in acqua tenera e acida.
7 GIORNO
Risulta essere arrivato finalmente il momento di inserire i primi pesciolini. In effetti bisogno dare il famoso start up ai batteri perché proliferino e formino colonie copiose nel filtro. Molti ritengono che i tempi di inserimento debbano essere più lunghi, in quanto il filtro ancora non appare pronto. Nello stesso tempo ritengo però che se non si inizia a sporcare l’acqua e quindi dar cibo ai batteri, questi inevitabilmente inizieranno a fagocitarsi, determinando di fatto un problema ben più grave rispetto ad un eventuale gestione di un filtro non ancora maturo. Onestamente ho sempre applicato questo metodo e devo dire di non aver mai avuto problemi, ma ad una condizione: il primo inserimento deve essere solo di qualche pesciolino. Infatti, inserendo un paio di elementi o qualcuno di più in base al litraggio dell’acquario, inizierete a far “sporcare” l’acqua con i loro rifiuti e quindi date il via definitivo al processo di maturazione del filtro. Ovvio che se inserite un numero maggiore di pesci, il filtro non sarà pronto a smaltire il carico organico prodotto e collasserà senza avere l’occasione di potenziarsi gradevolmente.
Il mio consiglio quindi è di agire in questo modo: o comprate qualche piccolo pesciolino da fondo e lo inserite, oppure sporcate l’acqua con un po’ di mangime. Onestamente credo che la maggioranza di voi preferisce di gran lunga la prima opzione. In questo caso la scelta è ampia: potete optare di solito con un paio di piccoli ancistrus, che non raggiungeranno dimensioni notevoli, oppure se avete a disposizione più spazio un piccolo gruppetto di corydoras renderanno lo scenario già più vivace.
L’inserimento in vasca deve essere fatto accuratamente. Per prima cosa tornate a casa subito dopo l’acquisto. Spegnete le luci del vostro acquario e mettete in ammollo i sacchettini ancora chiusi che vi ha fornito il vostro negoziante. In questo modo i pesci iniziano a percepire la temperatura del vostro acquario. Dopo circa dieci minuti, aprite il sacchettino e arrotolatene gli estremi per formare una sorta di salvagente. Vedrete che il sacchettino continuerà a navigare liberamente. Evitate che possa inclinarsi e far disperdere l’acqua al suo interno. PER NESSUN MOTIVO L’ACQUA DEL SACCHETTINO DEVE ESSERE VERSATA NELLA VASCA. Dopo altri dieci minuti potete prendere con un bicchiere metà capienza di acqua e versarla direttamente all’interno del sacchettino. Questo inizierà a far abituare i pesci alle condizioni chimiche della vostra acqua. Dopo altri dieci minuti verserete altra acqua. Ripetete questa operazione per altre tre volte, in modo tale che l’ambientamento sia durato complessivamente un’ora. Per pesci più delicati la questione può durare anche molto di più, ma non è certo il vostro caso. Togliete il sacchettino galleggiante da dentro la vasca.
A questo punto con il retino in mano potete versare l’acqua contenuta nel sacchettino in altro recipiente e immettere immediatamente i pesci nell’acquario. Lasciate per qualche altra oretta la luce spenta, in modo che si ambientino prima e l’inserimento sia meno traumatico.
Ricordatevi nei 7 giorni successivi di inoculare comunque altri batteri nel filtro, dando comunque maggior vigore alla scalata verso la maturazione del filtro. Evitate assolutamente di somministrare cibo ai pesci; un giorno di digiuno non farà loro alcun danno. Al contrario nei giorni successivi cercate di osservare il più possibile il comportamento e la salute dei vostri pesci: verificate se presentano pinne sfrangiate, eventuali macchie sulla pelle, come puntini bianchi o escrescenze fungine, oppure se hanno addome rientrato e feci bianche sfilacciate. In questo caso sono tutti sintomi di malattie, che molto probabilmente avevano al momento dell’acquisto e che lo stress da inserimento hanno ora accentuato. Fate caso inoltre, se hanno una respirazione accelerata e se sono poco vispi. Queste osservazioni vi aiuteranno a capire se l’inserimento è avvenuto con successo.
8 GIORNO
Il giorno successivo al primo inserimento potete iniziare ad alimentare i pesciolini. Fatelo con molta parsimonia ed evitate assolutamente cibo eccessivamente abbondante. Per essere sicuri che non rimanga cibo in marcescenza, somministrare piccolissime dosi ed assicuratevi che vengano consumate in pochi minuti dai pesci. Lo scopo è proprio quello di somministrare cibo in quantità tale che venga consumato totalmente. Questa è una pratica che potete tranquillamente applicare anche in seguito: preferite sempre dosi giuste e non abbondantissime. Soprattutto per i pesci che vi aiuteranno nella lotta contro le alghe, una somministrazione eccessiva, potrebbe impigrirli molto nella loro preziosa attività. Almeno durante il primo mese di allestimento quindi occhio al mangime! Potete tranquillamente anche applicare un giorno settimanale di digiuno: ai vostri pesci non succederà nulla!
Quanto alla tipologia di mangime, esistono molte marche specializzate e per questo fatevi consigliare direttamente dal vostro negoziante. Col tempo imparerete quali vengono preferiti dalle specie che ospitate in vasca. Io personalmente mi sono trovato molto bene con la linea della Wave e con la Blue Line. Quello che sento di consigliarvi davvero, è la varietà di cibo: cercate di fornire diverse composizioni della stessa linea di prodotti. Questo darà tutte le diverse sostanze ai vostri pesci e non li renderà pigri nel mangiare grazie alla variazione dei sapori. In generale, applicate composti di natura vegetale, artemia, un mangime basilare, e per i pesci di fondo il classico cibo in pastiglie (ma in questo caso fate attenzione a somministrarne una ogni 2/3 giorni, in quanto è un mangime molto concentrato e i vostri pesci da fondo devono già ripulire quello che avanza dalla superificie!).
Quindi la prima regola è variare. La seconda e altrettanto fondamentale, è la qualità: non pensate di allestire un acquario con ottimi prodotti e poi risparmiare proprio sul mangime! Evitate assolutamente il cibo acquistato nei supermercati e di marche sconosciute. Affidatevi a quelli che trovate nei negozi specializzati. Vedrete che esistono molte varietà: a scaglie, granulare, in pastiglie. Quello in scaglie è comodo, ma poco adatto alle mangiatoie automatiche, molto utilizzate durante il periodo di assenza da casa. Ma questo scegliete voi in base alle vostre idee.
Spesso si accompagna il cibo anche con composti vitaminici, ma ritengo che sia il caso di farvi prima una apposita cultura in materia, e quindi ne riparleremo tra un anno. Per il resto, almeno per ora, non fatevi prendere dalla smania di creare alimentazione alternativa con verdure sbollentate o altro. Per carità, sono tutti ottimi modi di somministrare leccornie ai vostri amici, ma è anche un modo semplice per inquinare molto l’acqua, come il cibo surgelato del resto. Quindi per ora non addentratevi in tematiche troppo complesse da gestire e affidatevi a una buona linea di mangime.
14 GIORNO
A questo punto potete inserire altri esemplari, ma sempre senza esagerare nel numero; avete tutto il tempo di inserire altri pesci una volta maturato il filtro. Scegliete in base ai vostri gusti e biotopi che volete riprodurre. Per una prima esperienza vi consiglio vivamente i ciclidi più piccolini, come ad esempio il genere Pelvicachromis. Applicate sempre la stessa procedura di inserimento e non abbiate fretta nel farlo: un frettoloso inserimento può essere letale. Continuate a inoculare batteri per un’altra settimana.
21 GIORNO
Alla terza settimana di allestimento, se i calcoli non mi ingannano, avreste dovuto ospitare per due settimane i primi pesci inseriti. Risulta essere giunto quindi il momento di applicare la corretta manutenzione al vostro acquario. In futuro infatti, vi consiglio di ripetere le procedure di pulizia ogni due settimane, anche se questa tempistica può variare a seconda delle condizioni che avete in vasca, quindi in base alla popolazione, al vostro metodo di somministrazione di cibo etc. Per i dettagli consultate la guida apposita in questa sezione del sito.