La mia esperienza di riproduzione dei Guppy devo dire che è avvenuta abbastanza casualmente, non avendo né scelto di ospitare questi pesci così famosi in vasca, né avendo fatto alcunché per ricreare, almeno consapevolmente, le condizioni ideali alla riproduzione e alla sopravvivenza degli avannotti. Tralasciando la descrizione delle caratteristiche della specie e di tutte le altre informazioni specifiche per cui rimando alla consultazione della scheda individuale presente nella apposita sezione del sito, cercherò di descrivere in definitiva la mia esperienza personale. Come preannunciato, tutto è avvenuto casualmente. Avevo allestito da poco un biotopo asiatico, con gurami e girinocheilus aymonieri, quando per necessità ho dovuto ospitare un gruppetto di tre guppy, composto da un maschio e due femmine. Avvisai subito l’amico che doveva riallestire l’acquario che non era proprio una buona idea, visto che la compatibilità tra anabantidi e guppy non è sempre così idilliaca. Mi promisi allora di verificare la sana convivenza tra le due specie ed al minimo segno di intolleranza dividere in proporzione la vasca (un 120x40x50) in due zone con una rete in plastica. Altra grande preoccupazione consisteva nelle condizioni dell’acqua, assolutamente lontane da quelle ideali per i guppy: il mio ph era di 6.8 costante, regolato da co2 per garantire ampio nutrimento alla folta vegetazione, al contrario di acque dure con ph di 7.2/7.5 che questi pesciolini prediligono. Dunque analizzata la situazione e l’insistenza dell’amico, ho proceduto con una fase di ambientamento molto lunga per poi inserirli in vasca. Osservai con attenzione da subito cosa accadeva. Con mia grande sorpresa, dopo qualche giorno di timidezza assoluta, i tre guppy nuotavano spensierati nelle parti aperte dell’acquario e tutti gli altri abitanti non sembravano soffrire la loro presenza, anzi, gli stessi gurami ne erano quasi incuriositi. Il maschio mostrava fiero la sua lunga pinna caudale e i colori sgargianti di un colore turchese acceso. Sapevo della prolificità di questi pesciolini e quindi mi posi il problema della riproduzione e dell’allevamento di avannotti sin da subito. Ed infatti la situazione si evolse in breve tempo. Dopo circa due giorni, notavo il maschio particolarmente nervoso, inseguire a turno le femmine senza tregua e punzecchiando con la bocca la piccola macchia nera nelle pance delle femmine.
Tale macchiolina sapevo bene che dimostrasse la presenza di uova all’interno del ventre, pronte ad essere fecondate: la riproduzione di questi pesci avviene infatti in maniere diversa rispetto ad altri, soprattutto poiché vivipari, ovvero espellono gli avannotti già formati e autosufficienti. La fecondazione delle uova avviene non all’esterno, ma all’interno del ventre materno. Consapevole di queste nozioni, ebbi modo di osservare l’insistenza del maschio nei suoi balletti amorosi, fino a quando con movimenti veloci e precisi introduceva il gonopodio, il suo organo riproduttore, nel ventre della femmina. Con il passare delle settimane le sue attenzioni non diminuivano, mentre invece notavo sempre più crescere il ventre della femmina maggiore. Inoltre in concomitanza con l’accrescere del rigonfiamento, la macchiolina nera presente nel ventre era diventata sempre più ampia, segno della crescita delle uova. Dopo circa 30/35 giorni notavo la femmina stanca, apatica, con un nuoto irregolare e continui scatti improvvisi, fin quando una mattina era sparita dalla circolazione. La grande vegetazione all’interno della vasca non mi permetteva di verificare agevolmente cosa stesse accadendo, ma ebbi fortuna: nascosta tra gli steli di una rotala rotundifolia e protetta da una radice ospitante un muschio di giava di enormi dimensioni, la guppina era quasi adagiata sul fondo e stava partorendo nel vero senso della parola.
Il giorno dopo la notai di nuovo nuotare tranquilla nella zona libera della vasca dalla folta vegetazione: risultava evidente l’addome sgonfio e non più arrotondato. In particolare quando somministravo il cibo, con ottima alternanza di mangimi vegetali e artemia, potevo notare come quei fianchi che avevano perso l’allineamento con il resto del corpo, ora fossero ritornati perfettamente in riga con il corpicino snello e agile della pesciolina. Tuttavia, sebbene cercassi di osservare con grande attenzione le acque della mia vasca, niente lasciava spazio alla rilevazione dei piccoli presumibilmente nati. In compenso riscontravo un certo movimento nella parte di fondo della vasca da parte dei gurami: con agghiacciante pragmatismo immaginavo che si stessero cibando dei piccoli meno attenti a nascondersi. In effetti l’allestimento prevedeva numerose piante a cespuglio come la rotala, l’egeria, la cambomba, ideali anche grazie alla grandezza della vasca per aumentare la sopravvivenza di qualche avannotto. Dopo circa 5 giorni mentre continuavo ad ispezionare il fondo poiché avevo notato terminata la grande agitazione dei gurami, alzando lo sguardo notai qualcosa spostarsi velocemente da una foglia all’altra di hygrophila corymbosa. Aprendo la plancia dell’acquario con gioia vidi una brulicante piccola popolazione di guppy tutta sistemata in maniera alterna sulle grandi foglie a pelo d’acqua. Ne contai circa una ventina e tutti sembravano cibarsi degli infusori e delle piccole alghe presenti sulle foglie a causa della forte illuminazione di quella zona della superficie. Con il senno di poi mi resi conto di aver comunque annotato considerazioni importanti:
Sebbene più vulnerabili alle malattie, i guppy si erano ambientati benissimo alle condizioni diciamo non ideali di ph per la loro specie, segno della grande duttilità di questo fantastico pesce
Inconsapevolmente, avevo offerto comunque un ambiente ideale alla sopravvivenza degli avannotti, caratterizzato da folta vegetazione e ampiezza della vasca, cosa che consentiva la possibilità di maggiori distrazioni da parte dei predatori
Non avevo invece osservato i genitori cibarsi degli avannotti, come spesso la dottrina afferma, forse solo perché prepotentemente lo facevano già i gurami escludendo di fatto qualsiasi altro partecipante
Probabilmente il doppio degli avannotti erano stati divorati, ma la popolazione sopravvissuta era il frutto di una selezione naturale che avrebbe prodotto esemplari più forti e resistenti: per questo stesso motivo non avevo utilizzato sala parto quando mi accorsi dello stato interessante della guppina
Dopo qualche altro giorno i guppini gradivano il cibo in polvere che somministravo e iniziavano a crescere a vista d’occhio con colori pallidi ma presenti. La previsione fu corretta, in quanto ottenevo giorno dopo giorno esemplari vigorosi, vivaci e in piena salute. Ben presto iniziarono a far gruppo nelle prime escursioni lontano dalle protettive foglie in superficie. In fondo erano stati più che furbi: i pesci dal basso non riuscivano a notarli nemmeno con l’immaginazione! Ogni volta che aprivo la plancia era come assistere ad un silenzioso ma brulicante mondo nascosto che viveva in superficie assolutamente all’insaputa di tutti gli altri abitanti della vasca. Quando ormai erano grandicelli fu una bella soddisfazione osservarli perfettamente compenetrati con i guppy adulti in giro per la vasca. La combinazione di colore fu sempre tendente al turchese e questo confesso lo preferii di gran lunga esteticamente, rispetto ad un miscuglio di colori. Osservavo un branco di pinne turchesi oscillare in tutte le direzioni dell’acquario dando vita ad un eccellente contrasto con il verde della vegetazione. Quando l’amico, ormai terminato l’allestimento con tanto di nuova maturazione del filtro, riprese indietro i guppy adulti, lasciai qualche esemplare giovane e aggiunsi altri esemplari per incrociare la linea di sangue e non far accoppiare fratelli e sorelle (cosa che avrebbe prodotto esemplari via via sempre meno robusti). Da questa esperienza imparai ad apprezzare il guppy: di solito è un pesce considerato quasi da neofita e per questo snobbato o semplicemente utilizzato da cavia nelle prime esperienze da acquariofilo. Niente di più sbagliato! Il guppy, anche se resistente e molto prolifico, ha delle proprie esigenze che devono essere rispettate. Così come merita rispetto lui stesso. Da allora decisi di allestire un acquario di dimensioni inferiori, un 80×30 (con ph e condizioni ideali per la specie) per ospitare i guppy discendenti dalla mia prima esperienza e da allora non li ho mai abbandonati. Ancora oggi allietano le mie giornate con i loro colori, e i loro interessanti balletti amorosi. Almeno una volta nella vita è un pesce da allevare e riprodurre.
Sebbene siano pesci in grado di vivere bene in vasche di piccole dimensioni, non cimentatevi nella loro riproduzione a meno che non sappiate cosa fare degli avannotti, in quanto molto prolifici: in quel caso meglio allevare una popolazione di soli maschi, con le loro code fluenti e colorate. Infatti tenete conto che una guppy sana e nutrita bene può partorire ogni 30 giorni circa 50/60 piccoli.
Nel caso in cui decidiate di poterli far riprodurre, mettete sempre un gruppetto di tre femmine per ogni maschio, così eviterete stress letali alle femmine dovuti ai continui corteggiamenti dei maschi;
Fornite un ambiente ricco di vegetazione per permettere sia agli adulti che ai futuri avannotti di brucare alghe e infusori al momento della nascita: inoltre la ricca vegetazione sarà un valido appiglio all’aumento della percentuale di sopravvivenza degli avannotti. La popolazione aumenterà percentualmente costituita solo da esemplari sani e il ricambio necessario, dovuto alla breve longevità della specie, sarà sempre assicurato. Piante consigliatissime sono: Ceratophyllum demersum, Cabomba Caroliniana, Egeria Densa, Rotala Rotundifolia, Hygrophyla spp.
Non utilizzare assolutamente sale parto. Personalmente trovo disgustoso stressare le femmine nel periodo antecedente al parto relegandole in quelle trappole in plastica o in rete dove la circolazione dell’acqua per quanto sia è sempre minima. Inoltre non esisterebbe selezione naturale e quindi se è vero che salveremo il 100% della prole, è anche vero che non tutti saranno soggetti sani e vigorosi.
Non pensate, nel caso abbiate scelto di utilizzare la sala parto, di poter accrescere gli avannotti lì dentro: gli accumuli di cibo e la scarsa circolazione di acqua presto renderanno la situazione insostenibile con il verificarsi dei primi decessi. Dovete spostare gli avannotti in piccole vasche (anche da 20 litri) con qualche pianta e nutrirli correttamente per poi liberarli nell’acquario di origine una volta grandi e capaci di sfuggire ai predatori (ammesso che ve ne siano)
Attenzione all’acquisto di femmine di guppy in negozio: al 99% saranno già state fecondate da qualche maschio, quindi rischierete di trovarvi difronte ad una riproduzione inaspettata e senza esperienza e magari nel caso di nuovo allestimento della vasca, con un filtro non in grado di supportare un aumento del carico biologico con conseguenze negative su tutto il sistema acquario.
Esteticamente è da preferire un buon gruppo di guppy dello stesso colore ad un grande miscuglio di colori e accostamenti. Tenete conto che il guppy è un pesce da gruppo, non allevatelo da solo, ne soffrirebbe e diventerebbe timido e apatico.
Per quanto siano pesci che si adattano a tutte le condizioni e valori dell’acqua, cercate di ottenere acqua dura con ph anche superiore a 7,5 , magari con l’aggiunta di rocce calcaree: con ph acido sono più soggetti a malattie. Mantenere bassi i nitriti e stabilizzate la temperatura a circa 25/26 gradi. Al resto penseranno tutto loro.
Sono ottimi brucatori di alghe: oltre che simpatico e bellino è anche un pesce molto utile per chi combatte la personale battaglia contro le alghe infestanti.