Indice
In questa guida spieghiamo come eliminare le alghe presenti nell’acquario.
Quando si decide di avere un acquario in casa, è fondamentale trovare il giusto equilibrio tra tutti gli organismi che andremo a inserire nella vasca. Le alghe, ad esempio, possono essere un potenziale pericolo per i pesci e per le piante in un acquario. Nel momento in cui si decide di allestire una nuova vasca, dunque, occorre pensare subito alla prevenzione in materia di alghe preparando un substrato con uno spessore tra i 3 e i 6 millimetri, introducendo alcune piante a crescita rapida in grado di rubare nutrienti alle alghe ed effettuando almeno una volta a settimana dei test per misurare i principali parametri dell’acqua e rendersi così conto se l’acquario è biologicamente stabile. Per crescere, infatti, le alghe hanno bisogno di luce, acqua e sostanze nutritive.
Cosa Sono le Alghe
Oggi gli esseri sono suddivisi in due grandi macrogruppi, soprattutto in funzione dell’identificazione dei due regni principali. Questi due diversi raggruppamenti si chiamano Procarioti ed Eucarioti, e si distinguono in base alle diverse caratteristiche delle strutture cellulari a cui appartengono. I Procarioti non posseggono organi cellulari all’interno delle membrane ed hanno una struttura genetica molto semplice. Risulta essere il caso dei batteri, ormai diffusissimi e dei cianobatteri. Gli Eucarioti al contrario possiedono una doppia membrana all’interno della quale sono contenuti tutta una serie di cromosomi che contengono il patrimonio genetico relativo. La loro struttura è alquanto complessa e sia le piante che gli animali e le nostre amatissime alghe appartengono a questo regno.
Identificato il regno di appartenenza delle alghe, dobbiamo comunque riflettere da subito sulla loro utilità in natura. Sebbene in acquario sono erroneamente considerate i nemici assoluti dell’acquariofilo, un’analisi più attenta propone un punto di vista completamente diverso. Tutto il ragionamento parte dalla considerazione dell’importanza della fotosintesi clorofilliana. La fotosintesi infatti è il procedimento mediante il quale le piante producono ossigeno, fondamentale per la vita, consumando anidride carbonica ed energia luminosa. Sappiamo benissimo che durante il giorno le piante immagazzinano quantità di CO2 e grazie alla luce riescono a produrre molto ossigeno considerato in quest’ottica come materiale di scarto, in quanto tutto il processo genera energia per la crescita del vegetale stesso. Durante la notte avviene il contrario, nel senso che respirando le piante consumano ossigeno e rilasciano anidride carbonica come sostanza di scarto. Ovviamente il consumo di ossigeno è molto ridotto rispetto a quello che ne viene prodotto con la fotosintesi. Sull’importanza dell’ossigeno per la continuazione della vita è inutile soffermarsi. Molto più utile considerare invece il fatto che la maggior parte della quantità di ossigeno presente nell’aria, viene prodotta dalla fotosintesi delle alghe e non dalle piante terrestri come normalmente siamo portati a concludere. Le alghe infatti, effettuano allo stesso modo, se non meglio delle piante, il processo fotosintetico. Ecco quindi che l’esistenza delle alghe è importantissima in qualsiasi ambiente: allo stesso modo nell’acquario svolgono le stesse funzioni delle piante. Quindi nella vasca la loro presenza non è del tutto nociva, e la battaglia che di solito siamo costretti a combattere riguarda invece la loro proliferazione incontrollata che rischia spesso di compromettere l’aspetto estetico dell’acquario, più che la salute. Anche le alghe come le piante eliminano delle sostanze di rifiuto prodotte dai pesci e dagli altri organismi. La loro presenza quindi non è dannosa in assoluto e questo è un primo tabù da sfatare. Lo scopo in generale dell’acquariofilo è quello di far prevalere le piante sulle alghe per lo svolgimento di questo compito così importante in un ambiente chiuso come l’acquario.
Un elemento fondamentale per lo svolgimento della fotosintesi è appunto la clorofilla, ovvero una molecola capace di catturare l’energia luminosa e dar vita all’intero processo. Esistono diverse tipologie di clorofilla, quelle più comuni sono la clorofilla a e quella b, mentre la clorofilla c viene posseduta solo da alcune alghe e la d solamente da alghe rosse. Tuttavia, la clorofilla riesce a catturare l’energia luminosa solo quando questa viene emessa in un intervallo di spettro ben definito. Quando al di fuori di questo intervallo le molecole si dimostrano poco efficienti, subentrano altre tipologie di molecole che avranno il compito di catturare l’energia e trasportarla alla clorofilla a. Tra queste molecole alternative, le più famose sono i caroteni. Gli spettri di assorbimento conosciuti per le clorofille principali sono tra 400 e 500 nm (zona blu) e tra 600 e 700 nm (zona rossa). Al di fuori di questi intervalli subentrano le molecole come i carotenoidi. Nelle piante le clorofille sono presenti in maniera nettamente maggiore rispetto alle molecole alternative, mentre nelle alghe la situazione è diversa avendo molta più presenza di carotenoidi o altre molecole che le renderanno più sensibili alla luce giallo-verde di quanto non lo siano le piante. E questo senza dubbio spiega anche la straordinaria capacità di adattamento a numerose condizioni luminose che le alghe posseggono.
La situazione si complica ulteriormente in acquario poiché la consistenza della luce deve misurarsi con la qualità dell’acqua. Nel senso che la frazione blu dello spettro luminoso viene fortemente attenuato dalla presenza di materiale organico, a tratti anche invisibile all’occhio dell’osservatore, che assorbe proprio questa porzione di luce, rendendola insufficiente per le piante. In questo caso lo spettro verde e rosso diventano più penetranti, anche se quello rosso in parte viene respinto dalla massa d’acqua. Ecco quindi che mantenere pulita l’acqua del nostro acquario ci consente di fornire alle piante lo spettro luminoso fondamentale per la loro crescita senza doversene privare a vantaggio degli altri spettri che invece sono facilmente utilizzabili in maniera migliore dalle alghe. Inoltre, non dimenticate, che l’assorbimento dei nutrienti necessari alla vita, nelle alghe avvengono in maniera più semplice ed immediata che non nelle piante. Rappresenta questo un altro fattore di vantaggio, in quanto le alghe riescono a procurarsi nutrienti in qualsiasi situazione e quasi in ogni forma. Senza contare il fatto che riescono facilmente ad immagazzinare elementi nutritivi in risposta a limitazioni ambientali. Infatti in condizioni di luce e temperatura inferiori a quelle ottimali, le alghe richiedono più nutrienti. Esse possono assumere ad esempio il carbonio con l’anidride carbonica, che rimane la forma preferita da tutti i vegetali, ma in alternativa ottengono questo componente fondamentale anche dal bicarbonato. Al contrario non tutte le piante sono in grado di utilizzare il bicarbonato in sostituzione di CO2. Esistono alghe in grado di assimilare l’azoto atmosferico e trasformarlo in ammoniaca, alcune riescono a recuperarlo dagli amminoacidi o da altri composti organici e tutte possono utilizzare ammonio, nitriti e nitrati come fonti primarie d’azoto. L’azoto è senza dubbio un costituente importante di amminoacidi, che formano proteine ed enzimi delle clorofille. Insieme al fosforo è uno dei più importanti agenti limitanti per la crescita algale. Il fosforo, il cui assorbimento dipende dalla quantità di luce presente, può essere recuperato sia sotto forma inorganica sia come fosforo organico. Per quanto riguarda l’assorbimento dei metalli, anche in questo caso alcune tipologie di alghe dimostrano di essere molto più efficienti di tanti altri elementi nell’immagazzinare questi componenti. I metalli più importanti per le alghe sono lo zinco (Zn), il rame (Cu), il cobalto (Co), il molibdeno (Mo) e il manganese (Mn). Tenete conto che tutti i metalli in quantità eccessive diventano tossici: in questi casi alcune alghe possono subire questo intossicamento mentre altre possono continuare a nutrirsene ancora. Addirittura in molti casi di intossicazione da metalli, le alghe stesse si dimostrano particolarmente efficaci nel ridurre o addirittura eliminare le cause di tale problema, molto più efficacemente di varie resine filtranti.
In definitiva questa breve e superficiale panoramica sulle caratteristiche biologiche delle alghe deve farvi riflettere su un concetto secondo me molto importante: in verità se presenti in maniera giusta la presenza delle alghe in acquario è assolutamente positiva, per vari motivi. Innanzitutto non dimentichiamo che molte di esse rappresentano una fonte di cibo irrinunciabile per molti pesci d’acquario, o comunque un valido supporto alla dieta di qualsiasi pesce durante periodi di digiuno forzato. Inoltre, è grazie ad esse che vengono a formarsi nella vasca vere e proprie colonie di microrganismi che a loro volta saranno cibo nutriente per gli avannotti che avrete la fortuna di vedere nascere e crescere. Quindi, combattere le alghe quando proliferano per una nostra cattiva gestione della vasca ha un senso, ma pensare di doverle eliminare completamente dal complesso ecosistema che si sta cercando di realizzare è una sciocchezza. Ho visto in alcuni casi acquari di questo tipo e devo dirvi che anche esteticamente sono davvero asettici, nel senso che risulta evidente che si tratti di un ambiente artificiale. Molto più interessanti acquari con una piccola e contenuta presenza di alghe, che appaiono invece quasi fedeli riproduzioni di ciò che si può osservare in natura, dove appunto esse sono presenti. Ricordatevi, un acquario senza alghe, non è un acquario.
Tipologie Alghe
Solitamente ci si accorge della loro presenza quando appaiono particelle di colore verdastro o giallo marrone. Le alghe acquatiche, in realtà, possono assumere anche la forma di masse filamentose bianche o grigie composte da batteri e funghi.
Diatomea
Queste alghe brune, solitamente innocue, sono presenti negli acquari avviati da poco e si manifestano a strati. Possono crescere isolate oltre a formare colonie e popolare ambienti diversi. Sono conosciute anche come alghe pioniere in quanto sono le prime ad apparire quando si avvia un acquario. Con una corretta gestione e fertilizzazione, comunque, spariscono in pochi giorni.
Alghe pennello rosse o nere
Tra le più temute, le alghe Bba, o alga nera a pennello crescono a forma di ciuffi a pennello e presentano un colore che va dal nero al verde scuro per arrivare qualche volta al rosso. Se non fermate in tempo, queste alghe possono minacciare l’intero acquario con conseguenze pericolose per tutto l’ecosistema.
Alghe polverose
Le alghe verdi polverose si sviluppano sotto forma di puntini verdi sulle pareti dell’acquario e sulle foglie delle piante. Un’invasione può essere dovuta a un livello basso di fosfati nell’acqua. Rimuoverle è possibile, ma con gli strumenti giusti, si consiglia infatti di utilizzare una lama di rasoio o un raschietto.
Alghe galleggianti
Le alghe Volvox, conosciute anche alghe galleggianti, sono alghe lisce che rendono l’acqua di una colorazione verde. Questo tipo di alga è comune negli acquari appena avviati, dove i valori dell’acqua non risultano ancora stabilizzati, e appaiono di solito anche se vi è una sovraesposizione alla luce.
Alghe gomitolo
Le alghe a gomitolo appartengono al genere Ulotrix, formano lunghi filamenti di colore verde chiaro e, come anticipa il nome, vanno ad arrotolarsi prendendo la forma di un gomitolo. La loro maturazione avviene quando nell’acquario non trovano più elementi necessari per la loro crescita e per quella delle piante.
Alghe verdi a pelliccia
Queste alghe formano foreste di filamenti sottili su tutte le piante già presenti in acquario, in particolare su quelle che risultano essere esposte maggiormente alla luce. Le alghe verdi a pelliccia crescono rapidamente e tra gli elementi scatenanti della loro presenza vi sono valori di nitrati e di fosfati molto alti oltre agli oligoelementi in eccesso introdotti con i fertilizzanti. Un’altra causa è l’acqua vecchia, ovvero quando non si effettuano cambi d’acqua periodici.
Alghe filamentose
Le alghe verdi filamentose, dalle diverse tonalità di verde, sono organismi importanti che segnalano la qualità dell’acqua. Il loro sviluppo può essere causato da processi di nitrificazione insufficienti, una fertilizzazione prematura in un acquario nuovo, troppi cambi d’acqua, presenza di composti ammoniacali, svariati errori nel dosaggio dei fertilizzanti e difficoltà d’insediamento della flora nitrificante.
Alghe a barba verde
Le alghe a barba verde sono delle alghe filamentose con fibre sottili, la loro caratteristica è quella di aderire sulla superficie esterna delle piante. Tra le cause, una carenza di CO2 o livelli sempre di CO2 non omogenei. In alcuni casi queste alghe raggiungono vari centimetri di lunghezza e vanno a formare un cappotto verde. Solitamente, per rimuoverle, occorre controllare l’illuminazione che in alcuni casi può rivelarsi troppo lunga, valutare l’emissione di Co2 che spesso non risulta adeguata, o verificare i nitrati che in alcuni casi sono troppo bassi.
Cladophora
Queste alghe di tipo ramificato formano brevi filamenti verdi rigidi che si diramano in molti punti e hanno un odore caratteristico. Uno squilibrio di nutrienti può causare la loro nascita e diffusione in vasca che avviene di solito in maniera massiccia. Per eliminarle, è possibile usare un paio di pinzette avendo l’accortezza di spegnere il filtro dell’acquario durante l’operazione.
Cianobatteri
Meritano un discorso a parte i cianobatteri. Spesso confusi come alghe melmose, i cianobatteri sono composti in realtà da formazioni batteriche, hanno la caratteristica di diffondersi molto velocemente e, sempre rapidamente, possono causare danni gravi nella vasca. Lo strato di cianobatteri è spesso coperto di bolle d’ossigeno, in quanto lo producono molto più velocemente delle piante. La loro presenza è dovuta in molti casi a un’eccessiva presenza di nitrati e fosfati nell’acquario oltre a una cattiva circolazione d’acqua, all’accumulo di sporcizia sul fondo, al blocco della crescita delle piante e a un cattivo spettro luminoso. Grazie a speciali trattamenti, comunque, è possibile rimuovere i nutrienti nell’acqua e, di conseguenza, le alghe.
Come Controllare la Crescita delle Alghe in Acquario
L’eccesso di luce è un fattore che fa aumentare la crescita delle alghe. Per questo motivo l’illuminazione in un acquario non dovrebbe mai superare le 8 o 10 ore al giorno. La luce artificiale deve essere dunque monitorata, magari attraverso un timer per assicurarsi di mantenere i livelli di illuminazione perfetti.
Risulta essere poi fondamentale ridurre l’alimentazione dei pesci quando aumentano i livelli di fosfati nell’acqua. A questo proposito, occorre rimuovere tutto il cibo non consumato dall’acquario dopo 5 o 10 minuti al massimo.
Attenzione anche ai cambi d’acqua che devono essere regolari. Per la precisione, la quantità raccomandata di acqua da cambiare è dal 25 al 50% ogni 10 giorni. In questo modo i livelli di nutrienti nell’acqua saranno ridotti al minimo.
In un acquario con molte piante, queste richiedono tante attenzioni come accade con i pesci. Un equilibrio le porterà a prosperare e ad assorbire i nutrienti nell’acqua rispetto alle alghe. Da preferire, le piante a stelo a crescita rapida, Limnophila Sessiflora, Rotala rutondifolia, Egeria densa.
Ancora, si suggerisce l’inserimento nel biosistema di alcuni pesci ed invertebrati che si ciberanno delle alghe presenti in vasca. Qualche nome, Ancistrus, Gyrinocheilus aymonieri, Garra ruffa. Ancora, bisogna fertilizzare con una certa regolarità tenendo sempre conto delle piante che si hanno nella vasca, e utilizzare se necessario carboni attivi in pellet all’interno dei filtri al fine di assorbire le sostanze in eccesso.
Come Eliminare le Alghe
L’analisi dei mezzi anti alghe non è affatto delle più semplici. Innanzitutto perché non esiste una formula precisa per stabilire quale sia il metodo migliore per combattere un’invasione algale. Sicuramente è molto meglio attuare tutte le regole di prevenzione in anticipo, piuttosto che dover risolvere un problema molto complesso, come è un’invasione algale, in seguito. La prima cosa da fare, dopo aver identificato quale tipo di alga o alghe infestano l’acquario, è ricostruire in maniera esatta la vita della vasca nelle ultime settimane: la presenza delle alghe non è mai dovuta solo ad una causa scatenante, ma ad una serie di concause tutte generate da errori commessi dall’acquariofilo nella gestione della vasca. Verificate allora i valori di azoto e fosfati, e fate mente locale sulle mancanze che per qualsiasi ragione avete concesso nel breve periodo. Fatto questo, un primo passo può essere rappresentato da un buon cambio d’acqua, con pulizia accurata del fondo mediante sifonamento ed asportazione di rifiuti presenti, come avanzi di cibo e resti vegetali in decomposizione. Potete anche rimuovere le alghe meccanicamente, dove possibile, e in maniera estesa: eliminate foglie delle piante colpite inesorabilmente facendo attenzione a non andare oltre il 10% della totalità presente sul fusto. Rimuovete anche gli arredi e lavateli con spazzola e candeggina se necessario. Potete potenziare la capacità filtrante aggiungendo un buon carbone attivo, in modo da eliminare parecchie tossine ancora presenti nell’acqua. Sospendete immediatamente la fertilizzazione liquida, che verrà ripresa in secondo momento, quando avrete risolto ogni problema. C’è anche chi consiglia di ridurre di molto, quasi circa la metà, le lampade e quindi la capacità di illuminazione: sicuramente se accade, evitate che la luce diretta del sole colpisca l’acquario, ma questa è una regola generale che non dovreste mai abbandonare. Nel frattempo, avendo danneggiato anche se in maniera lieve, il reparto delle piante superiori avendo eliminato le foglie colpite dall’invasione, tornate a potenziarlo, magari con piante galleggianti, che si solito sono anche ottime elimina nitriti. In aggiunta a queste disposizioni, riducete drasticamente la somministrazione di cibo ai pesci: qualche giorno di digiuno non comporterà per loro nessun problema e anche nei periodi successivi cercate di alimentarli con parsimonia. Inoltre considerate che una volta debellate le alghe, continuate almeno per altri 10 giorni a rispettare queste indicazioni: solo successivamente tornate a ripristinare le condizioni iniziali, in riferimento all’illuminazione, alla fertilizzazione, alla somministrazione di cibo ai pesce e tutti gli altri fattori. |Indice|
Alghicidi
Sicuramente il ricorso a farmaci o cosiddetti composti chimici alghicidi è il metodo più radicale e drastico per eliminare la loro presenza in acquario, ma a dirvi la verità, è anche quello che sconsiglio vivamente. Questo per molte ragioni, prima fra tutte una considerazione di carattere generale che non deve però essere trascurata: se è vero che questi composti sono molto efficaci nell’eliminare le alghe, è anche vero che sono prodotti abbastanza nocivi, sia per le piante e soprattutto per i pesci. Con la conseguenza che correte il rischio di rovinare l’acquario intero per combattere un’invasione algale. Un altro fattore che mi pone in una condizione ipercritica verso gli alghicidi risiede in una seconda considerazione: sicuramente sono formidabili nell’eliminare le alghe presenti in acquario in quel preciso momento, ma è innegabile che la loro utilità si limita a quello, nel senso che non curano le cause della loro comparsa. Quindi, quello che voglio dire che questi prodotti non sono un rimedio alla vostra incostanza nella pulizia della vasca o alla vostra foga di nutrire i pesci o alla disattenzione dei valori dell’acqua: in definitiva, una volta smesso l’uso del prodotto, come detto non curando le cause della proliferazione algale, le simpatiche alghe torneranno a manifestarsi come e più di prima, lasciando il problema praticamente irrisolto se non peggiorato. Senza contare il fatto che molte specie di esse sembrano sviluppare col tempo un certa resistenza a certi additivi chimici e quindi alla lunga finiscono per esserne immuni. Ad esempio, il prodotto più diffuso in acquariofilia è la simazina, che riesce a bloccare la fotosintesi in maniera molto efficiente: ma tenete conto che tutto ciò non vale solo per alghe, ma agisce anche sulla piante con conseguenze facili da intendere. Inoltre, è stato provato che dopo il trattamento la popolazione di alghe presenti, non solo è ricresciuta in maniera più copiosa, ma addirittura con nuovi generi prima assenti. Fate inoltre attenzione alla salute dei batteri nel filtro, visto che molti prodotti possono procurare danni anche in tal senso. Il mio consiglio è quindi quello di fare prima un’analisi accurata delle cause che hanno generato la presenza e la diffusione incontrollata delle alghe in acquario: una volta ripristinate delle attività di conduzione della vasca più idonee, solo allora si potrà pensare ad un additivo chimico se proprio non trovate altre soluzioni. Ma vi confermo onestamente che io preferisco altri metodi ugualmente efficaci e più naturali, ma comunque ognuno è libero di procedere come meglio crede e quindi in commercio potrà trovare numerose marche di questi alghicidi più o meno simili. L’importante credo, è farlo con criterio e non pensare che esistano pozioni magiche da versare nell’acqua senza logica o metodo.
Ultimo aggiornamento 2024-11-17 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Mezzi fisici
Alcune soluzioni per combattere le alghe sono in realtà di tipo fisico. Dato per assodato che alcune tipologie possono essere rimosse manualmente per poi cercare di correggere le condizioni che le hanno favorite, sicuramente in alcune specifiche situazioni l’acquariofilo può ricorrere a filtri a maglia fine che possono essere abbastanza utili o comunque ad altri ritrovati tecnologici ben presenti sul mercato. Pensiamo ad esempio alle lampade sterilizzatrici a raggi ultravioletti: queste lampade sono ottime per combattere le fioriture algali. Ma anche in questo caso vale il discorso fatto per gli alghicidi: utilizzare questi componenti tecnici senza pensare a come rimuovere le cause della comparsa significa sottovalutare di nuovo il problema. Quindi nel caso del nostro esempio di fioritura algale e quindi di diffusione di alghe unicellulari, va benissimo usare questo tipo di lampade, ma dobbiamo prendere coscienza che tutto ciò accade a causa di eccessivi rifiuti organici inquinanti nell’acqua. Quindi un cambio consistente del volume aiuterà a rimuovere la causa principale e l’aiuto delle lampade faranno il resto. Il ricorso a dei mezzi fisici può essere un buon aiuto nella lotta alle invasioni massicce di alghe, ma ricordatevi che non potrà mai essere l’unica via, ma un valido supporto nel caso in cui abbiate ben chiaro come agire per migliorare le condizioni della vasca.
Pesci e invertebrati alghivori
Questa tipologie di metodi anti alghe sono di gran lunga i miei preferiti e quelli che onestamente consiglio più di tutti a chi si avvicina a questo hobby meraviglioso. In definitiva credo che rispondere alla natura con la natura sia sempre la giusta soluzione in qualsiasi campo riguardante la vita dell’uomo. Per la gestione di un acquario non credo si debba fare eccezioni: è per questo che non capisco perché ci si affretti a comprare alghicidi e non si presti la giusta attenzione a tutta una serie di pesci e invertebrati d’acqua dolce che sono in grado di risolvere la situazione in maniera migliore e senza danni biologici rispetto ai ritrovati chimici. Infatti, i metodi naturali prendono in considerazione molte specie di pesci alghivori e invertebrati dello stesso genere in grado di cibarsi volentieri delle amatissime alghe. Tutti questi pesci sono tranquillamente reperibili in commercio e quindi non sussiste neppure la difficoltà nel trovarli: fate però attenzione alle loro dimensioni in maniera tale da inserirli in vasche che potranno contemplare la loro presenza. Ma vedrete che esistono ottime soluzioni per qualsiasi tipo di acquario, dal piccolo al medio fino alle grandi vasche. La carrellata di questi pesciolini parte sicuramente dall’Otocinclus affinis, un simpatico pinnuto di dimensioni modeste che deve essere inserito in gruppo con i propri esemplari. È un pesce pacifico e vivace che svolge la sua funzione di mangiatore di alghe in maniera egregia. Per regolarvi sul numero da inserire, calcolate che per un inserimento bilanciato dovete rapportare un esemplare ogni dieci litri di acqua. Anche le varie specie di Ancistrus con le loro bocche a ventosa sono in grado di raschiare anche le alghe più tenaci. Fate attenzione però alle loro dimensioni in quanto crescono molto di più degli Otocinclus superando facilmente i 10 cm. Inoltre nel caso in cui completino l’eliminazione della alghe in acquario fornite anche del mangime in pastiglia a base vegetale altrimenti potrebbero dirottare le loro attenzioni sulle foglie di Echinodorus assottigliandole completamente fino a bucarle. Se avete vasche molto grandi e quindi non avete alcun problema di spazio anche le specie di Hypsotomus possono essere un’ottima alternativa agli Ancistrus: gli Hypostomus raggiungono le ragguardevoli dimensioni di 30 cm. Un altro simpatico rappresentante ed efficiente pesce alghivoro è senza dubbio Crossocheilus siamesi, il quale è molto abile nell’eliminare persino alcune alghe rosse, come quelle a pennello, ed è addirittura ghiotto di alghe verdi filamentose. Infine, per i biotopi asiatici, un ottimo pesce adattabile a tutti gli acquari, purchè di medie o grandi dimensioni, è il Gyrinocheilus Aymonieri anche detto mangiatore di alghe cinese. Questo colorato pesce, oltre ad esibire un arancione quasi dorato, è molto efficiente, ma ha il limite di crescere abbastanza e di diventare col tempo molto aggressivo nei confronti dei propri simili. In molti casi, quando soprattutto abbandona la sua dieta vegetale ingolosito e assuefatto ai cibi somministrati agli altri pesci, può essere un elemento di disturbo per tutti gli abitanti della vasca. Se si riesce a non fargli perdere l’abitudine di mangiare principalmente le alghe, è sicuramente una delle migliori soluzioni per combattere l’ospite sgradito. Questi pesci elencati sono infatti le scelte migliori che l’acquariofilo può prospettarsi, ma in realtà altri pesci possono essere ottimi brucatori di alghe, come ad esempio i Guppy o altri poecilidi. Recentemente, grazie soprattutto alla diffusione che ne viene fatta nei migliori acquari di tutto il mondo, sono salite agli onori della ribalta anche molte specie di invertebrati capaci di svolgere la loro azione di mangiatori di alghe meglio di qualsiasi altro elemento. Sto parlando esplicitamente della Caridina Japonica, crostaceo interessantissimo, e di tutte le altre specie di neocaridine. Al di là della loro funzione, che per essere svolta egregiamente deve vantare un numero di esemplari consistente, sono anche un’ottima scelta estetica e molto particolare per qualsiasi acquario di acqua dolce. Altri invertebrati ugualmente validi sotto ogni punto di vista nella lotta contro le alghe sono le diverse specie di gasteropodi che ormai si trovano facilmente in commercio: le più diffuse sono le Ampullarie che esibiscono colori gialli o turchesi di grande interesse. Anche in questo caso fate attenzione che la disponibilità di alghe sia evidente, altrimenti potrebbero attaccare alcune piante e danneggiarle seriamente. In conclusione, sebbene non esista una formula precisa che possa stabilire quale metodo o quale criterio seguire per eliminare le alghe dal proprio acquario, sento di propendere per la soluzione naturale per i motivi e l’approccio personale già spiegato. Inoltre potrà arricchire la vostra vasca di altri meravigliosi ospiti, oltre che utilissimi. Saranno dei preziosi alleati e ottimi compagni di avventura. Ma non mi stancherò mai di ripetere che qualsiasi metodo adottiate non ha nessun valore se prima non ci si sottopone ad un sereno esame di coscienza sulle modalità e la costanza della gestione del proprio acquario. I metodi potranno aiutare, ma la vera svolta sarà nella vostra capacità di osservare la natura e i suoi elementi, e capire dove e come si è commesso l’errore scatenante. I principali artefici della scomparse delle alghe sarete voi, così come lo siete stati per la loro diffusione. E ricordatevi che in piccola misura la loro presenza è importantissima in acquario, sia come fonte alternativa di cibo vegetale per la dieta dei vostri pesci, sia come fonte primaria per gli avannotti. Perciò disprezzatele ma con cautela e senza esagerazioni di sorta. Un acquario del tutto senza alghe non può esistere.
Alghicidi Acquario più Venduti
Per concludere proponiamo una lista degli alghicidi per acquario più venduti online in questo periodo con il relativo prezzo.
Cliccando sui prodotti presenti nella lista è possibile leggere le opinioni dei clienti.
Ultimo aggiornamento 2024-11-17 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API