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Sicuramente la riproduzione è uno degli argomenti che più di ogni altro affascina l’acquariofilo esperto come il neofita. Non posso nascondervi che il fine ultimo di ogni tipologia di allevamento, almeno a livello personale, ha sempre avuto come tendenza ideale quella della riproduzione. In effetti la spiegazione è molto semplice: durante il periodo riproduttivo potete assistere ad atteggiamenti e rituali che non riuscirete ad osservare in nessun altra fase della vita del pesce che avete scelto di allevare. Tuttavia, non sempre risulta facile cimentarsi nella riproduzione dei pesci: in alcuni casi avviene quasi sicuramente perché si allevano specie molto prolifiche, come i pecilidi, in altri bisogna faticare molto per creare le condizioni ideali perché questo avvenga. Quasi sempre una volta vinta la sfida della moltiplicazione degli elementi, il pesce ospitato in vasca perde di interesse e ci si sente pronti ad una nuova avventura acquariofila.
Posso confessarvi che la riproduzione è forse l’argomento più stimolante, poiché riprodurre specie in cattività significa aver creato un angolo di natura di assoluto gradimento per i nostri amici pinnuti. E’ anche vero però, che come in qualsiasi argomento che riguardi la cura e la detenzione di animali, serve molta cautela e un pizzico di responsabilità. Tenete presente che alcune specie possono generare molti avannotti e la vostra popolazione in acquario può crescere in maniera esponenziale: a quel punto avrete un bel problema di spazio e vi assicuro che al di là dei classici amici acquariofili che saranno ben contenti di riceverne qualcuno in regalo, troverete grande difficoltà a riequilibrare la vasca. La soluzione più semplice sarebbe quella di portare in negozio gli elementi in esubero: vi assicuro che non tutti i negozianti sono propensi a prendere indietro i vostri pesciolini. Dall’altra parte della medaglia è anche vero che se non siete davvero esperti nella gestione degli avannotti, spesso il gran numero prodotto viene predato dagli stessi genitori o da altri compagni di vasca. Facilmente, con un’alimentazione eccessiva si rischia poi di compromettere la salute dell’intero sistema biologico. In definitiva quindi il mio consiglio è quello di provare a far riprodurre la propria specie preferita in acquario, ma fatelo con criterio e responsabilità!
Per il resto, le specie a disposizione sono così molteplici e variopinte che tutte si differenziano per le modalità di riproduzione e riti di corteggiamento. Imparerete con l’esperienza che l’obiettivo vi porterà a modificare la temperatura, l’alimentazione e nei casi più complessi anche le condizioni chimiche dell’acqua. Procedete con cautela in queste modifiche e date il tempo a tutto il piccolo ecosistema di adattarsi alle condizioni di riproduzione. In molti casi scoprirete che l’ambiente creato è poco confacente: vi toccherà quindi inserire piante galleggianti o altre tipologie che risultano fondamentali perché l’accoppiamento avvenga. In altri, anche più ricorrenti, dovrete correggere la popolazione: questo forse è il problema sul quale vi consiglio di riflettere molto bene in fase di allestimento, per le difficoltà già esposte di dar via i pesci “in eccesso”. Come vedete, anche la riproduzione merita nei casi più complessi una sana e ragionata programmazione degli elementi. Infatti, a differenza di riproduzioni casuali in vasche di comunità, vi consiglio, nel caso abbiate già deciso di voler arrivare alla riproduzione, di allestire una vasca dedicata alla specie prescelta o addirittura alla singola coppia. Questo aumenterà di molto le probabilità che ciò avvenga, grazie alla maggiore intimità e all’assenza di elementi di disturbo come pesci particolarmente vivaci.
Indipendentemente da questi piccoli, forse scontati, consigli, non vi resta come al solito che fare esperienza diretta anche su questo argomento e quindi far crescere il vostro bagaglio culturale di riproduttori di specie tropicali. Non vi resta che scegliere i vostri pesci preferiti, studiarne i comportamenti e attivare il vostro spirito di osservazione. Di seguito vi riporto tutte le strategie riproduttive osservabili in acquario per farvi capire quanto siano diverse da specie a specie e quale varietà di elementi vi troverete a gestire.
Vivipari
I vivipari sono forse i pesci che tutti noi abbiamo riprodotto almeno una volta nella vita: non a caso appartengono a questa tipologia specie di facilissima riproduzione e molto prolifici. L’esempio classico è rappresentato dai pecilidi, in particolare Guppy, Portaspada, Platy, Molly e quant’altro. La particolarità dei vivipari consiste nel fatto che non producono uova, ma piccoli avannotti già formati ed autosufficienti. Il maschio possiede un organo chiamato Gonopodio con il quale riesce ad iniettare il seme direttamente nel ventre della femmina che racchiude le uova. Normalmente la gestazione dura circa un mese, in base anche alle temperature utilizzate. Una volta espulsi gli avannotti saranno assolutamente autosufficienti e in grado di alimentarsi senza problemi. Se l’acquario presenta una fitta vegetazione riusciranno a salvarsi un buon numero di essi, mentre la maggior parte verrà predata dagli stessi genitori o altri pesci presenti in vasca. In ogni caso vengono prodotti molti avannotti, in quanto di solito la vita media di questi pesci è breve e quindi è necessario un ricambio generazionale quasi continuo. Inoltre, per preservare la sopravvivenza della specie, le femmine possono addirittura conservare il seme del maschio nell’addome, per poi utilizzarlo in successivi cicli di riproduzione: non è un caso osservare in acquario femmine di Guppy riprodursi anche fino a tre volte senza la presenza di un maschio. Sicuramente rappresentano la tipologia riproduttiva più semplice da osservare in acquario.
Dispersione delle Uova
Differente è la situazione degli ovipari, che al contrario non producono avannotti già formati, ma le femmine espellono uova che verranno poi fecondate direttamente dal seme del maschio. In genere è il maschio stesso che insiste per il rilascio delle uova. Il tutto avviene però per dispersione delle stesse, senza che i genitori abbiano la benché minima cura di esse. In questo frangente, solo le uova che raggiungono il fondo nascondendosi tra la fitta vegetazione o i paesaggi rocciosi, riusciranno a salvarsi e produrre pesciolini. Tutte le altre verranno predate o dagli stessi genitori o da altri predatori presenti in vasca. Anche questa tipologia di riproduzione non è difficile da osservare in acquario.
Sepellimento delle Uova
Su questo tipo di riproduzione onestamente non ho molte conoscenze; posso però sbilanciarmi dicendo che non mi sembra una strategia riproduttiva che può essere adatta ad un acquario allestito da un principiante. Infatti, l’acqua nella quale vivono i pesci seppellitori si prosciuga completamente una volta all’anno ed è per questo motivo che la sopravvivenza della specie viene affidata alla capacità delle uova fecondate di resistere alla disidratazione. La natura rende possibile la nascita dei pesciolini in un secondo momento, ovvero quando torneranno a riemergere nell’acqua. Il problema è che anche se resistenti, nell’ottica di una riproduzione in cattività, devono essere riproposte le stesse condizioni ambientali, quindi l’acquariofilo dovrà conservarle in un luogo semisecco prima di tornare ad idratarle. Capite bene che non è un’operazione propriamente alla portata di tutti. Col tempo, e con molto studio e applicazione potrete arrivare ad ottenere buoni risultati.
Deposizione delle Uova
La strategia riproduttiva che permette la deposizione delle uova, risulta molto affascinante per tutta una serie di motivi. Infatti, non solo potrete notare la preparazione del luogo di deposizione, ma anche molti atteggiamenti interessanti nelle cure parentali che vengono applicate da entrambi i genitori. Ho avuto la fortuna di notare questo tipo di riproduzione nei ciclidi africani e vi assicuro che almeno una volta nella vita vale la pena di viverla in acquario. Di solito il maschio identifica una superficie liscia su cui far deporre successivamente le uova. La pulisce per bene e con molta attenzione: può trattarsi della foglia di una pianta o semplicemente di una roccia ben riparata. Successivamente la femmina depone le uova ancorandole alla superficie. Entrambi i genitori dedicheranno molta cura alla loro guardia da pesci predatori o pericoli vari. Una volta schiuse le uova, i piccoli avannotti riceveranno la protezione dei genitori ancora a lungo, almeno fin quando non saranno assolutamente autosufficienti. E’ meraviglioso osservare il padre che prende nella bocca i piccoli che si allontanano dal gruppo per poi risputarli letteralmente nel suo raggio di azione. Se volete osservare a lungo le cure parentali, i pesci che applicano questo metodo riproduttivo fanno proprio al caso vostro: ma fate attenzione, durante la protezione della prole possono diventare molto aggressivi.
Costruzione del Nido
Se posso esprimere una mia opinione, nessun metodo di riproduzione è suggestivo quanto quello in oggetto. Potete osservare la costruzione di un nido di bolle in particolare tra gli Anabantidi: il maschio si occuperà di scegliere l’ancoraggio migliore, rappresentato di solito da una pianta galleggiante come la Riccia Fluitans o comunque una folta vegetazione che raggiunga la superficie, e procederà nel creare tante bollicine di saliva che contengono un muco speciale in grado di farle durare per molto tempo. Il nido potrà variare molto di dimensione da specie a specie: si avranno nidi di bolle con diametro anche di venti centimetri, oppure altri che fuoriescono dall’acqua e si estendono in profondità. Dopo la costruzione, il maschio corteggia la femmina e la invita a recarsi sotto il nido: qui avviene un abbraccio tra i due esemplari che produce uova dalla femmina e seme dal maschio. Mentre la femmina rimane in uno stato catatonico, il maschio si affanna a recuperare le uova e a collocarle all’interno delle bolle nel nido. Dopo la collocazione la femmina deve allontanarsi alla svelta perché i maschi di solito diventano molto violenti e si accollano totalmente la difesa della prole. Non sono rari casi in cui non avendo ottimi nascondigli la femmina soccombe alle ire del maschio. Se vi ponete questo obiettivo riproduttivo, vi consiglio di filmare l’abbraccio sotto il nido: è un momento di spettacolare intensità.
Incubatori Orali
Anche questo tipo di riproduzione può essere sorprendente a modo suo. Gli incubatori orali sostanzialmente trattengono le uova fecondate proprio nella bocca delle femmine fino alla loro schiusa. Emerge il sacrificio della madre che pur di proteggere le uova non può mangiare per diverse settimane. Nello stesso tempo, una volta nati, gli avannotti cercheranno spesso rifugio nella bocca materna, che quindi tornerà ad essere il luogo più sicuro nelle vicinanze. Questo tipo di strategia riproduttiva può essere osservato bene in diversi ciclidi della Rift Valley, nei quali le femmine possono addirittura spingere il maschio a produrre il seme incitandolo in maniera insistente sulle macchie presenti sulle pinne anali.