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In questa guida spieghiamo cosa risulta essere il carbone attivo per acquario e mettiamo a disposizione consigli utili su dove e come utilizzarlo.
L’acquario è il sogno di molti, uno scenario magico che è possibile ricreare in un angolo della propria casa. Ma prima di arrivare all’elemento principale di un acquario, ovvero i pesci, occorre conoscere l’ambiente che si andrà a creare e fare un approfondito lavoro di preparazione che comprende vari passi, la scelta della vasca, la tipologia di acquario che si desidera, il budget che si ha a disposizione e, non ultimo, lo spazio a casa che accoglierà l’acquario. Per chi si avvicina per la prima volta a questa particolare esperienza, il carbone attivo può sembrare solo uno dei tanti accessori da acquistare per allestire un acquario. Ma in realtà, dietro c’è molto di più. Partiamo allora dalle basi, materiale altamente poroso, il carbone attivo è composto da carbonio amorfo, ha un forte potere adsorbente, può presentare pori di diverso diametro ed essere impiegato nell’ambito della filtrazione, purificazione e deodorizzazione dei fluidi. Per la precisione, come decolorante nell’industria alimentare, negli acquedotti per il trattamento dell’acqua, per il recupero dei solventi e per il mantenimento appunto dell’acqua nell’acquario. Nel settore acquariofilo, dunque, il carbone attivo è il principale materiale capace di assorbire una serie di sostanze.
Come Funziona il Carbone Attivo per Acquario
Sono tre i meccanismi di adsorbimento del carbone attivo, chimici, fisici e elettrostatici.
Per quanto riguarda l’adsorbimento fisico, bisogna analizzare la struttura del carbone attivo. Questo possiede una serie di macropori, con diametro 50 nm, mesopori, con diametri compresi tra 2 e 50 nm, e micropori, con diametro di 2 nm.
Per la precisione, è all’interno dei micropori che avviene l’intrappolamento delle molecole nel processo di adsorbimento fisico.
Infine, vi sono le forze elettrostatiche che si possono sviluppare quando la molecola che viene adsorbita possiede una carica netta elettrostatica. In linea di massima, i siti sulla superficie del carbone attivo hanno una carica negativa. Il potere di adsorbimento del carbone attivo si valuta in base ad alcuni indici come l’indice di benzene, l’indice di melassa, l’indice di iodio e l’indice di blu di metilene.
Per quanto riguarda i macropori, viste le loro dimensioni, questi vengono rapidamente colonizzati dai batteri e funzionano quindi da base per una specie di filtro biologico.
Le principali sostanze che possono essere assorbite dal carbone attivo sono i metalli pesanti ma anche la nicotina che può arrivare dall’aria inquinata causata dal fumo di sigaretta, ed altri composti organici che prendono il nome di DOC ovvero Dissolved Organic Compounds. Il carbone attivo assorbe facilmente composti poco solubili in acqua e composti non polari. Al contrario, i composti polari come nitriti e nitrati sono fortemente trattenuti dall’acqua e quindi poco consoni all’attività del carbone attivo. Attenzione però, il carbone attivo non è utile solo in caso di presenza di sostanze inquinanti, ma anche di altri elementi come lo iodio. In ogni caso, la rimozione delle sostanze inquinanti migliora vari aspetti, compresa l’attività biologica del filtro.
Dove Mettere il Carbone Attivo per Acquario
Il posizionamento in vasca del carbone è spesso argomento di discussione. La scelta è doppia, si può disporre il carbone attivo in modo che esso venga attraversato da una corrente di acqua di una certa entità, e in questo caso si parla di utilizzo attivo, oppure in una zona con poca corrente in modo che venga appena toccato dall’acqua da trattare, ovvero un utilizzo passivo.
Il primo metodo è ovviamente più rapido rispetto al secondo meccanismo, tendenzialmente lento. In ogni caso, i carboni attivi andrebbero inseriti nel filtro in caso di acquario d’acqua dolce o acquario marino sprovvisto di sump, ovvero della vasca di raccolta che si trova all’interno del mobile che supporta l’ambiente. In caso di sump, invece, i carboni attivi possono essere posti nella vaschetta destinata alle eventuali resine.
Risulta essere sconsigliato mettere i carboni attivi direttamente nella vasca in quanto devono essere posizionati in quei luoghi dove vi è un ricambio costante dell’acqua. Per gli esperti del settore, comunque, la scelta migliore è una sola e si trova nel mezzo, ovvero utilizzare il carbone in maniera attiva con una corrente debole, oppure in maniera passiva evitando però zone stagnanti.
Quando Mettere il Carbone Attivo per Acquario
Il carbone andrebbe utilizzato in maniera occasionale e non continuativa, per esempio quando la concentrazione degli inquinanti ha raggiunto un valore e un livello preoccupante. Inoltre, possiamo utilizzare il carbone attivo quando l’acqua assume una colorazione tendente al giallastro dovuta alla presenza di DOC come i fenoli. Una volta introdotta una certa quantità di carbone attivo in vasca, questo inizierà ad assorbire alcuni composti fino a quando i valori raggiungeranno il corretto equilibrio.
La durata dei carboni attivi dipende dalla gestione dell’acquario. Si consiglia solitamente un cambio almeno ogni 30 giorni. Il carbone attivo non si può comunque mai riutilizzare, regola che vale sia per un acquario di acqua dolce che per un acquario marino. C’è però un’altra soluzione, rigenerarlo. Questo è possibile attraverso metodi chimici, flussi di vapore o di gas inerte a temperature alte, processi di rigenerazione biologica e processi termici attuati attraverso il riscaldamento del materiale in forni rotanti ad atmosfera controllata a temperature che arrivano fino a 800 o 900 gradi e che provocano la pirolisi delle sostanze adsorbite. Questo è il metodo più efficace, anche se comporta la perdita di una parte del carbonio trattato.
Come Utilizzare il Carbone Attivo per Acquario
Risulta essere sempre opportuno lavare il carbone attivo prima di introdurlo in vasca o nel filtro con acqua dolce pulita a temperatura ambiente. Lo scopo è quello di rimuovere le particelle più fini di carbone che potrebbero diffondersi in vasca ed essere rimosse difficilmente, oltre a cancellare residui di lavorazione che possono creare problemi alterando il pH o rilasciando in vasca composti indesiderati. Ancora, è possibile bagnare la superficie del carbone attivo ed i pori in modo da rendere subito pronto il materiale per l’assorbimento. Da un punto di vista delle tempistiche, è bene invece valutare la qualità del carbone, gli aspetti positivi e quelli negativi del suo utilizzo.
In media, possiamo dire che il processo di assorbimento si può ritenere concluso in meno di una settimana, spesso bastano solo 5 giorni. Se non sono stati effettuati trattamenti particolarmente aggressivi, è possibile rimuovere il carbone attivo dopo una settimana. Tempi più lunghi sono infatti sconsigliati in quanto potrebbero privare le piante e i pesci presenti in vasca di alcune importanti sostanze nutritive. Durante un qualsiasi trattamento, bisogna poi ricordare sempre di togliere momentaneamente il carbone attivo dall’acquario.
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Quanto al dosaggio, non vi è una risposta universale, questo dipende dalla capacità assorbente del carbone attivo acquistato e dal volume della vasca. Utilizzando le isometriche di adsorbimento, si parla di isoterma in quanto l’adsorbimento è influenzato anche dalla temperature, e misurando la concentrazione di fenolo in vasca risulta essere possibile determinare la quantità di carbone da utilizzare e il residuo dei composti a regime, ma si tratta di calcoli che possono risultare complessi.
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Ultimo aggiornamento 2023-03-10 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API