Sicuramente uno dei problemi principali che incontriamo quando decidiamo di dedicarci anima e corpo alla riproduzione di una specie preferita, non è tanto raggiungere un ciclo riproduttivo, quanto l’allevamento degli avannotti. In particolare ciò che fa la differenza tra un successo ed un fallimento, consiste principalmente nella cura della dieta alimentare. Sebbene durante i primi giorni di vita la maggior parte degli avannotti consuma il proprio sacco vitellino e successivamente si ciba di piccolissimi microrganismi da predare magari tra la fitta vegetazione, in generale il problema del loro nutrimento non mancherà a tardare. In questo frangente si inserisce perfettamente l’allevamento delle anguillole dell’aceto. Ad occhio nudo appaiono come piccoli vermicelli instancabili che possono rappresentare un rifornimento sempre disponibile di ottimo cibo vivo per avannotti. In realtà la loro composizione organica da sola non riesce a costituire un valido apporto nutrizionale: pensate che sono costituite nella maggior parte delle loro essenza da zuccheri. Ciò nonostante sono un validissimo alimento vivo per far crescere i piccoli pesciolini sani e robusti, al cospetto di cibi liquidi o scaglie sminuzzate che sporcano molto di più l’acqua e inquinano non poco se non si porge attenzione al loro dosaggio. Per questo motivo vi consiglio vivamente questa coltura di cibo vivo per i vostri avannotti, almeno fino a quando non riusciranno a cibarsi del classico mangime per adulti, oppure di quello sminuzzato.
Allevare le anguillole dell’aceto è molto semplice. L’elemento che rende particolarmente efficace una loro coltura, consiste nella capacità riproduttiva molto elevata che manifestano a qualsiasi temperatura o condizione. Anche l’occorrente è abbastanza facile da trovare in commercio: vi occorrono una caraffa da vino, possibilmente quelle utilizzate nelle osterie con il collo stretto, una bottiglia di aceto di mela o in alternativa di vino (mi raccomando non balsamico), una mela o due cucchiaini di zucchero e della lana di perlon.
La preparazione è altrettanto semplice. Dividete la capienza della vostra bottiglia o caraffa in tre quantità e abbiate l’accortezza di dosare una parte di aceto e una parte di acqua (di rubinetto o osmotica, fate voi!). una volta introdotte nella bottiglia, è ovvio che rimarrà libero un terzo della sua capienza. Mi raccomando le porzioni di aceto e di acqua devono essere assolutamente uguali. Fatto questo aggiungete o una mezza mela sbucciata, oppure un cucchiaino di zucchero. Onestamente con lo zucchero la riproduzione sembra avvenire con maggiore veemenza. A questo punto potete introdurre l’inoculo che qualche appassionato vi ha procurato. Lasciate per almeno due settimane che la coltura prolifichi. La terza potete aggiungere della lana di perlon, che di solito utilizzate per il filtro dell’acquario, direttamente a batuffolo nella parte ristretta del collo della caraffa. Porgete al di sopra di essa una quantità di acqua che completa la capienza: anche in questo caso non importa se sia di rubinetto od osmosi, ma quest’ultima forse concede una maggior sicurezza di mancanza di cloro ed altri additivi essendo prefiltrata con carbone attivo. Come per magia, vedrete che l’acqua introdotta non va a mischiarsi con l’aceto, determinando di fatto una sorta di zona pura in cui ben presto avrete modo di osservare le vostre anguillole nuotare in superficie. In questo modo sarà facile prelevarle direttamente da questa zona con una siringa senza ago. Le anguillole saranno già belle pulite e pronte per la somministrazione in acquario. Al contrario, se non usate questo metodo, dovete prelevarle direttamente dall’aceto e filtrarle con apposito colino lasciando che il composto torni nella bottiglia. Utilizzate il passino delle artemie per questa operazione. Risciacquatele bene in acqua pulita e potete somministrarle. Come vedete l’inclusione della lana di perlon e dello strato d’acqua soprastante accelera la procedura di pulizia e somministrazione in acquario, anche se rallenta leggermente la riproduzione. In ogni caso vedrete che non faticherete nell’avere una coltura sempre in espansione e in piena crescita.
L’unica manutenzione che dovete applicare è l’inserimento di altra acqua nell’ultima sezione quando essa evapora per mantenere il livello costante. Ogni tre o quattro mesi è necessario rinnovare la coltura, rideterminando il procedimento da capo e reinserendo un inoculo della vostra precedente coltura. Come anticipato potete utilizzarle molto bene per l’allevamento di avannotti, mentre invece hanno meno efficacia nel caso di pesci adulti, in quanto ne servirebbero delle quantità talmente notevoli che non giustificherebbero la facilità di coltura. Magari, con un po’ di fantasia, si potrebbero anche utilizzare ogni tanto anche per gli adulti come diversivo di aggiunta alla somministrazione di dafnie o altro cibo come i grindal o i lombrichi.