I torrenti cinesi si formano soprattutto in alte zone montuose, dove le piogge più frequenti che in pianura, creano numerosi corsi d’acqua sotterranei. L’acqua filtra il terreno roccioso e scorre fin dove riesce a raggiungere la superficie. Qui origina corsi d’acqua da principio calmi e non molto grandi, ma quando alcuni torrenti si uniscono generano situazioni diverse. Con l’aggiunta di copiose piogge durante la stagione propizia, i torrenti possono diventare tumultuosi ed avere una portata d’acqua maggiore e consistente. E’ così che danno origine ad un sistema complesso di catena alimentare che prevede pesci anche di buone dimensioni. Ovviamente la situazione cambia nel momento in cui arriva la stagione secca che riduce i torrenti ad un piccolo rivolo d’acqua che scorre nel letto roccioso. In questo caso i torrenti che sono presenti ad altitudini maggiori possono conservare il loro carico di acqua e di specie presenti, mentre quelli più a valle presenteranno le condizioni già descritte. I torrenti cinesi offrono quindi un ambiente ideale per molte specie animali, anche se la situazione è abbastanza differente a seconda della zona in cui si estendono. I torrenti che scorrono ad altitudini basse si estendono lungo substrati abbastanza spessi, tali da rendere possibile la radicazione di molte specie di alberi e piante. A loro volta questa vegetazione attira molti insetti e piccoli animali che partecipano alla catena alimentare. Così anche le foglie e i semi che cadono nell’acqua rappresentano cibo per i batteri e piccoli organismi. Tutto ciò rende possibile la convivenza di molte specie e di una grande biodiversità. E’ ovvio che tutto questo rappresenta la possibilità di sopravvivenza per pesci di dimensioni maggiori. Abbastanza differente è invece la situazione dei torrenti che scorrono in alte altitudini. Qui non esiste un substrato tale da permettere la radicazione di alberi e piante e quindi viene meno il discorso relativo a fonti di cibo copiose e alternative. Al contrario le specie vegetali che proliferano in questi ambienti sono le felci e vari generi di muschi.
In un ambiente simile, quindi, la vegetazione scarseggia. Inoltre il letto di tali torrenti appare quasi sempre roccioso e povero di nutrienti: l’acqua al contrario sarà molto ossigenata a causa della forza del movimento. In ambienti simili la luce filtra molto sino al fondo e ciò rende possibile il proliferare di alghe. A loro volta queste forme vegetali generano l’habitat ideale per infusori e piccoli organismi. I pesci di questi torrenti sono quindi abituati ad una dieta a base di alghe, che raschiano costantemente sulle rocce. Nella maggior parte dei casi i pesci del biotopo hanno barbigli che segnalano la presenza di cibo, o le famose bocche a ventosa che gli permettono di ancorarsi alla corrente e raschiare la superficie. E’ questo il regno dei cobitidi e dei pesci gatto.
In un ambiente simile i pesci hanno dovuto adattarsi nel corso degli anni, soprattutto per evitare attacchi di predatori esterni al torrente. Molti uccelli sono molto abili nella pesca nei torrenti, e rappresentano un pericolo costante anche per i pesci più grandi. In molti casi i pesci riescono a salvarsi, grazie alla forma del loro corpo a siluro. Ciò permette di resistere alla corrente e soprattutto di fornire movimenti veloci e rapidi, uniche armi per sfuggire ad un attacco improvviso e raggiungere gli spazi protetti tra le rocce.
Altri pesci, come i cobitidi hanno sviluppato forme alternative a quelle a siluro, ma ugualmente efficaci. Molti di essi raggiungono anche i 10 cm, ma non superano 1 cm di spessore. Questo gli consente di aggrapparsi a porzioni di roccia difficile da raggiungere per altri pesci e quindi ricca di alghe e fonti di cibo. In generale sono pesci che gestiscono molto bene la corrente dell’acqua per cadenzare i propri movimenti in base alla resistenza del corpo così particolare.
Allestimento
Per riprodurre in acquario il biotopo di un torrente cinese di montagna, serve innanzitutto ricreare l’effetto della turbolenza dell’acqua. Questo è possibile attraverso pratiche soluzioni come pompe di ricircolo o filtri con l’applicazione dell’effetto venturi. In questo modo sembrerà che l’acqua entri letteralmente nella vasca generando la corrente che si osserva in natura. Sicuramente meno pratico, ma più affascinante è la creazione di una cascata vera e propria: in questo caso dovrete impostare l’intera vasca in funzione di essa. Riempite quindi solo i tre quarti dell’acquario, in modo che si noti maggiormente l’effetto dell’acqua che cade. Fondamentale per la costruzione di cascate, ma anche per il resto dell’allestimento, è la scelta delle rocce da utilizzare. Potete scegliere quelle che più preferite, sempre che ne utilizziate solo di un tipo: di solito mischiare varie tipologie di rocce crea solo sgradevoli effetti cromatici. Il fondo in questo acquario non è fondamentale, in quanto volendo rispettare il biotopo, non accoglierà piante sommerse nel fondo. Utilizzate quindi della ghiaia a vostro piacimento e magari completatela con l’aggiunta di ciottoli più simili possibili alle caratteristiche delle rocce utilizzate.
Il problema fondamentale nell’allestimento del biotopo coincide quindi con la costruzione della cascata. Fate molta attenzione quando la progettate e la realizzate. Assicuratevi che le rocce più grandi siano posizionate in basso e via via sorreggano altre più piccole. Siliconate tutto in maniera che non rischino di rompere i vetri dell’acquario cadendo per effetto della corrente. Costruite la rocciata in modo tale che copra tutti i tubi e gli altri elementi della pompa di ricircolo che andrete ad inserire. Quindi regolatevi anche con la grandezza di tale pompa: più sarà grande e più mastodontica dovrà essere la rocciata. Fate attenzione però a lasciare libero qualche passaggio (ad esempio costruite un coperchio in rocce nella parte superiore della struttura che potrete solo appoggiare saldamente in superficie per poi rimuoverlo all’occorrenza), per espletare senza problemi operazioni di manutenzione degli strumenti contenuti all’interno. In questo modo avrete ottenuto l’effetto che volevate, nascondendo tutte le attrezzature tecniche utilizzate e rendendo facilmente espletabili le opere di manutenzione. Non preoccupatevi troppo di altri elementi, l’acqua del biotopo è in genere dura e alcalina, povera di nutrienti e soprattutto freddina. Infatti le grandi altitudini propongono temperature molto lontane da quelle che di solito abbiamo negli acquari tropicali. In ogni caso pesci di questo ambiente sono a loro perfetto agio tra i 20 e i 22 gradi. Mantenetevi in questo range e non fare superare assolutamente i 24 gradi.
Le piante
Il discorso delle piante, come per molti altri biotopi, è del tutto accessorio. Se volete rispettare il biotopo, non dovrete aggiungere molte piante, anzi mettetene pochissimi esemplari nei punti focali dell’acquario. Sicuramente in uno scenario del genere la scelta ricade sulle specie di muschio, come Vescicularia Dubyana, che possono radicare facilmente su pietre e legni. In questo modo non verrà utilizzato alcun substrato, come del resto avviene in natura. Anche altre piante resistenti, come il genere Microsorum e Bolbitis sono ideali per questo scenario, potete anche posizionarle in alcune aperture della rocciata che ospita la cascata, aggiungendo punti di interesse ad un elemento altrimenti spoglio. Con l’eccezione di queste piante, facili da coltivare e poco esigenti, non inserite altri esemplari. In questo modo rimanete fedeli al biotopo e se proprio non potete farne a meno, aggiungerete qualche fogliolina verde al vostro acquario.
I pesci
Per quanto riguarda il popolamento della vasca, possiamo dire che appare difficile inserire specie esclusivamente originarie di torrenti cinesi con forte corrente. Tuttavia alcune specie sono disponibili nei rivenditori specializzati. Pensate per esempio a Gyrinocheilus aymonieri, non a caso chiamato anche mangiatore di alghe cinese. Questo pesce propone una colorazione giallo arancione ed è un ottimo alleato nella personale lotta contro le alghe. In questo senso è davvero sbalorditivo riuscendo a liberare piante e suppellettili in maniera quasi completa. L’unica accortezza è quella di cercare di non alimentarlo troppo con i mangimi commerciali, altrimenti perderà la tendenza a cibarsi di alghe e la sua funzione di alleato svanirà in breve tempo.
Occhio come sempre alle dimensioni: di solito vengono venduti quando sono piccolini, ma alcuni possono raggiungere dimensioni medio-grandi. Un’altra accortezza consiste nel non inserire molti esemplari, in quanto con la crescita diventano molto territoriali tra loro, recando disturbo a tutto l’acquario. Un altro pesce che vi permette di rispettare il biotopo è Tanichthys albonubes, detto anche pesciolino della montagna della nuvola bianca. Piacevole vederlo vagare nell’acquario, è un’ottima scelta per completare il biotopo. In alternativa considerate di poter utilizzare diverse specie di danio, come quello zebrato ad esempio, oppure molte specie di barbi. Sono tutti pesci abituati a vivere in condizioni di corrente forte, poiché il loro biotopo di provenienza è molto simili per condizioni e valori dell’acqua. Ma il punto è che sarebbero elementi alternativi ed eccezioni al biotopo che avete scelto di allestire. In ogni modo, esistono altri pesci da potere considerare nel rispetto del biotopo, io mi sono limitato a menzionarvi i più famosi.