Sappiamo già che quando il Rio delle Amazzoni rompe gli argini a causa dell’aumento della portata dei suoi affluenti, si formano nella foresta pluviale diverse pozze. La sopravvivenza di una di queste macchie di acqua dipende molto dalla loro posizione. Molte sono poste più in alto rispetto alla posizione delle acqua del fiume e più soggette all’azione asciugante del sole, mentre altre sono più nascoste nella vegetazione che filtra i raggi solari e quindi evita la scomparsa della pozza acida. Oltre alla riduzione dell’evaporazione da parte delle piante anche galleggianti, in alcuni posti molte rocce e argilla possono contribuire nell’incamerare grandi quantità di acqua e trattenerle per lungo tempo. Tutti i detriti presenti nelle pozze generano molti acidi umici e le radici di torbiera presenti forniscono molti acidi tannici. Per questo l’acqua assume una colorazione marrone scuro, e gli stessi acidi modificano di molto la chimica dell’acqua. I molti materiali organici presenti nelle pozze legano i sali e i minerali praticamente rimuovendoli dall’acqua. Il risultato è un’acqua acida con ph molto basso compreso tra 4 e 5: anche la durezza ovviamente sarà prossima allo zero con assenza di funzione tampone per il ph. In natura la maggior parte dei pesci vive in condizioni di ph compreso tra 6 e 8, e quindi una variazione che avviene nella pozza è davvero consistente per un essere vivente acquatico. Non a caso molti pesci non riescono ad adattarsi a queste condizioni e muoiono, mentre altri invece riescono a modificare il loro assetto biologico e a prosperare in simili condizioni. In ogni caso tutti sviluppano una certa sensibilità alle sostanze chimiche in acqua, cosicché in acquario dovrete stare molto attenti ai nitriti, nitrati e ammoniaca.
Come nella foresta allagata, l’accumulo di detriti organici e vegetali, crea una grossa fonte alimentare per migliaia di piccoli organismi che a loro volta sono un’ottima fonte di cibo per gli avannotti ma anche piccoli pesci. Per questo motivo le pozze sono luoghi ideali per la riproduzione: il ph basso agisce da stimolatore in questo senso. Un altro fattore positivo alla riproduzione può essere rappresentato dalla temperatura sicuramente più elevata rispetto alle acque originarie delle inondazioni. Tenete conto che una pozza ben illuminata dal sole raggiunge anche i 34°C, mentre la temperatura originaria delle acque che l’hanno formata è di circa 22°-24°C provenendo da neve disciolta o piogge copiose. L’aumento della temperatura, oltre a favorire la riproduzione, determina un aumento del metabolismo degli organismi, e in associazione alla presenza di molti composti organici, predispone alla fioritura di microalghe e infusori, graditissimi agli avannotti per la loro crescita.
Anche in questo biotopo la presenza di numerosi nutrienti nel fondale, buona illuminazione e condizioni di calore, lascerebbero pensare ad un ambiente ottimo per lo sviluppo della vegetazione. Invece altri fattori, sostanzialmente impediscono la diffusione di una fitta vegetazione: se è vero che l’alta temperatura stimola la crescita delle piante, è anche vero che la durezza pari allo zero rende i minerali e i nutrienti non utilizzabili per le piante. La conseguenza è che ad uno stimolo forte di crescita, le piante non riescono a rispondere a causa della mancanza di nutrienti. E’ così che molte piante semplicemente si consumano. Tuttavia, altre tipologie di piante situate in zone ombreggianti riescono a mantenere un buon equilibrio tra crescita e immagazzinamento dei nutrienti. In altri casi sono le piante semi-terrestri a prosperare ancora anche nelle zone sommerse.
Allestimento
Per l’allestimento di questo biotopo cercate di riprodurre le condizioni che di solito si osservano in natura. In particolare è facile riprodurre il classico colore marrone delle acque acide amazzoniche: basta inserire diversi legni di torbiera e lasciare che colorino l’acqua. Molti eliminano questo effetto con l’azione filtrante del carbone attivo. Io personalmente non lo trovo giusto, anche perché escono dagli schemi del biotopo e soprattutto eliminano l’azione molto positiva che gli acidi tannici esercitano sui pesci e su tutto il sistema acquario. Per aumentare l’effetto globale di una pozza acida autentica, utilizzate un fondo marrone scuro o nero e magari anche piante con foglie marroni in modo da non creare contrasto verde come avverrebbe con altre piante.
Per il fondo utilizzate anche un buon terriccio fertile che ripropone le stesse condizioni nutritive della pozza acida. Inserite legni di diversa grandezza, che siano di torbiera o jati, in ordine sparso che daranno la sensazione di detriti adagiati naturalmente. Non utilizzate ghiaia calcarea, che aumenterebbe la durezza dell’acqua, per ricoprire il fondo e soprattutto se utilizzate la sabbia argentata smuovetela spesso per evitare che si compatti e crei delle zone anossiche. Inserite le piante in posizioni di richiamo visivo e senza esagerare, perché come sappiamo, una fitta vegetazione non è in sintonia con il nostro biotopo. Le condizioni estreme delle acque acide nelle pozze sono difficili da ricreare ed onestamente non serve farlo per delle ragioni pratiche: la maggior parte dei pesci che compriamo nei negozi specializzati sono ormai abituati a condizioni molto diverse a quelle che incontrano nelle zone naturali di origine. Quindi oltre che faticoso, è anche inutile o addirittura controproducente. Quindi attenetevi a valori che si avvicinino a quelli estremi: mantenete una temperatura costante di 27°C e raggiungete un ph di 6-6.5 con durezza medio bassa. Per ottenere l’acqua tenera di questo biotopo non ricorrete a materiali chimici, che oltre tutto minerebbero la salute dei pesci sensibili a questi elementi estranei, ma semplicemente tagliate l’acqua di rubinetto con quella ad osmosi. Per esempio, se avete un’acqua di partenza con kh pari a 8, basterà tagliare la quantità che vi occorre al 50% con acqua osmotica per ottenere un kh pari a 4, appunto con durezza medio-bassa. Di conseguenza anche il ph risulterà variato al ribasso e con l’apporto ragionato di CO2 potrete abbassarlo ancora di più. Infine, fornite un ottimo filtraggio esterno con corrente moderata all’uscita del filtro: la sua azione di filtraggio chimico è essenziale in quanto molti pesci che inserirete sono sensibili a diverse sostanze chimiche.
Le piante
Per quanto riguarda le piante, potete scegliere fitti gruppi di Hygrophila e di Heteranthera zosterifolia riproducono le piante che crescono naturalmente in aree aperte e illuminate dal sole. Inoltre, per aumentare l’effetto scenico delle radici di torbiera sparse durante l’allestimento, potete ancorarvi delle piante di Anubias: potete farlo facilmente o incastrando le radici sulle zone frastagliate del legno, oppure legarle letteralmente con del cotone nero che una volta assolta la sua funzione di supporto si romperà e andrà via. A quel punto la pianta sarà già saldamente ancorata alla radice di legno. Per la zona di primo piano non utilizzate piante che riproducano l’effetto del pratino di erba come nelle foreste allagate: in questo caso generalmente nelle pozze acide queste piante non sopravvivono. Una buona soluzione consiste nell’utilizzare piccoli esemplari di Echinodorus nane con foglia larga e molto belle esteticamente. Se volete, infine, aggiungete qualche pianta galleggiante, che verrà apprezzata molto dai futuri abitanti della vasca. Tra le specie da segnalare abbiamo la lattuga acquatica (Pistia stratiotes) ma si possono usare anche specie di Azolla, di Salvinia o di Riccia.
I pesci
Quando le acque si ritirano nelle pozze possono rimanere molti pesci: ma appena le condizioni di temperatura e acidità diventano estreme, molti esemplari muoiono e la popolazione viene decimata. I Tetra, i Discus, gli Scalari e molti pesci spazzini sono creature che riescono a vivere in queste condizioni e quindi sono tutte scelte ottime per questo acquario. I tetra sono pesci di branco, quindi allevateli a partire da almeno 10 esemplari. Si può ottenere uno scenario meraviglioso anche incentrando tutto il biotopo su di loro, purché si aumenti il loro numero in modo considerevole. Molti Tetra sono adatti a questo scenario: in particolare il tetra occhi rossi (Moenkhausia sanctaefilomenae), il cardinale (Paracheirodon axelrodi) e il neon (Paracheirodon innesi). Fornite loro molto nascondigli e vegetazione presente: in particolare possono essere timidi all’inizio, quindi la presenza di rifugi riuscirà ad accorciare i tempi di ambientamento. Una buona vegetazione in superficie sarà molto apprezzata, così come un fondo scuro metterà maggiormente in risalto i colori di molti esemplari, oltre a conferire una tranquillità maggiore a tutti i pesci presenti in vasca.Per quanto riguarda i pesci di fondo, la scelta ricade ancora sui simpaticissimi Corydoras. Qualsiasi specie è ammessa, ed anche se abitano altre zone amazzoniche, saranno utilissimi nello smuovere il fondo ed evitare così proliferazioni algali e zone anossiche. Inoltre, tutti i pesci gatto amazzonici hanno la capacità di sopperire alle dosi ridotte di ossigeno di questi ambienti, respirando a filo di superficie. Spesso, infatti vedrete un Corydoras salire velocemente sulla superficie per prendere una boccata d’aria. Anche loro sono pesci da allevare in gruppo e inseritene almeno un numero di cinque. Anche il pesce gatto corazzato (Callichthys callichthys), ha un apparato respiratorio addizionale che gli permette di sopperire ad eventuali mancanze di ossigeno. Questo pesce, tra l’altro e molto abile nel raschiare le alghe che sicuramente si formeranno in acquario: dunque rappresenta un ottimo alleato. Il pesce succhiatore (Otocinclus affinis) e il pesce ventosa (Peckoltia) possono essere tenuti in considerazione anche per le loro caratteristiche di mangiatori di alghe. Per movimentare un pochino la superficie potete utilizzare anche dei pesci accetta, magari argento (Thoracocharax Corydoras paleatusstellatus), che con la loro forma inusuale forniranno sicuramente un elemento di richiamo nell’acquario. Infine, anche i Discus (Symphysodon spp.) e gli Scalari (Pterophyllum scalare)sono pesci adattissimi a questo biotopo. Anche loro possono essere timidi se inseriti singolarmente: cercate se avete la possibilità e lo spazio necessario di inserirne 4 o 6 elementi. Tenete conto però che sono ciclidi, quindi entrambi possono sviluppare un atteggiamento aggressivo nei confronti di altri esemplari della stessa specie e a tratti essere abbastanza territoriali. In particolare non associate agli Scalari pesci di taglia molto ridotta: correte il rischio di somministrare un corretto pasto.