Questo biotopo è caratterizzato esclusivamente dall’albero Mangrovia, che è capace di formare ambienti inusuali ed affascinanti. Tali tipologie di alberi prosperano in ambienti salmastri, dove altre piante, a causa della grande salinità dell’acqua, non riescono neppure a sopravvivere. Il segreto di queste piante consiste nella loro capacità di prefiltrare l’acqua prima che raggiunga le radici vere e proprie, eliminando successivamente i sali in eccesso attraverso le foglie o la spessa corteccia. Inoltre, alla base della loro presenza in acqua salmastra, sono sicuramente gli apparati imponenti di radici che ancorano efficacemente la pianta al terreno fangoso. Le Mangrovie producono delle caratteristiche radici che emergono anche dalle acque e si intrecciano in maniera vistosa fornendo ampi rifugi per i pesci che vivono in queste acque. Inoltre, essendo in parte emerse, ospitano insetti e uccelli che possono partecipare alla catena alimentare del biotopo. Quando le maree fanno sentire tutta la loro forza, gli alberi riescono a tenere compatto il fondale sabbioso grazie a tale apparato imponente di radici. La conseguenza è che nelle acque dei mangrovieti, non assistiamo ad una perdita di limpidità, pur essendo il substrato molto fertile. Non a caso tali radici affondano nel terreno in maniera consistente per fornire alla pianta tutti i ricchi nutrienti presenti.
Non a caso, anche le paludi di mangrovie, come gli estuari salmastri, sono ambienti ricchi di nutrienti. Tutte le foglie e i frutti, nonché rami e rametti, delle mangrovie che cadono nell’acqua forniscono cibo utilissimo per i batteri ed altri animaletti che consumano i detriti. A loro volta essi diventano cibo per i pesci spazzini che abitano il fondo alla costante ricerca di vermi ed altri piccoli molluschi. Altri abitanti di questo biotopo invece mangiano prevalentemente insetti. E’ questo il caso del pesce saltatore nel fango, il quale quando si formano delle pozze a causa del ritiro delle acque tramite le maree, approfittano della loro capacità di restare fuori dall’acqua per un bel po’ di tempo, e si avventurano in queste zone dove si verificano concentrazioni di vermi e piccoli insetti. La loro pelle è in grado di far fronte alla disidratazione grazie ad un complesso sistema linfatico. Un altro pesce che si nutre di insetti, altrettanto bizzarro, è il pesce arciere, che approfitta della presenza degli insetti sulle radici emerse delle mangrovie, per produrre un getto forte e preciso d’acqua che fa cadere la vittima di turno, per poi essere divorata. Infine, sono presenti anche gli immancabili pesce palla, che con i loro denti aguzzi possono scardinare le protezioni di molti bivalvi per nutrirsi del loro interno. Come vedete, la particolarità dell’ambiente creato dalle mangrovie porta con se il dono di abitanti altrettanto particolari.
Allestimento
Per allestire l’acquario occorrerebbe un vero albero di mangrovie! Ma ovviamente è impossibile. La soluzione consiste nell’introdurre in acquario un legno che simuli bene le ramificazioni delle radici in questione. Di solito pezzi di radici sono presenti nei negozi specializzati e potrete scegliere quale dimensione fa al caso vostro. Sicuramente ricostruendo un fondo sabbioso renderete bene l’idea del fondale. Ma se volete e potete allargarvi con le dimensioni, non sarebbe male ricostruire non solo il fondale, ma anche l’argine sabbioso della palude. In questo modo potrete inserire anche i pesci saltatori e qualche specie di granchio che prolifera nelle zone. Per loro zone emerse sono fondamentali e voi stessi godrete dello spettacolo dei loto comportamenti in maniera completa.
Premesso che utilizzerete la solita sabbia argentata, utile allo scopo di riprodurre un fondo sabbioso tipico dei mangrovieti, ingegnatevi per creare la zona emersa. Un suggerimento potrebbe essere quello di formare una parete di rocce contenitive e riempirla con la sabbia stessa. Fate attenzione a come sistemate o siliconate le rocce e soprattutto alla pendenza dell’argine che non sia troppo forte da mettere in difficoltà il movimento dell’acqua e gli animali stessi. In vasche di grandi dimensioni questo problema non dovrebbe esistere, potendo gestire di solito spazi più ampi per creare la salita verso l’argine.
Le piante
Come per l’estuario salmastro, se volete attenervi scrupolosamente al biotopo non dovete aggiungere piante, poiché sappiamo bene che la forza delle maree rende impossibile l’ancoraggio e lo sviluppo delle piante. Però se anche in questo biotopo vorrete inserire degli elementi, fatelo con parsimonia e non esagerate altrimenti andrete a snaturare l’ambiente del mangrovieto. Le specie in questo caso sono le solite resistenti e audaci: Anubias, Microsorum, Vallisneria ed Egeria. Tutte queste piante riescono a tollerare una bassa salinità dell’acqua e soprattutto Anubias e Microsorum vengono risparmiate dai pesci erbivori. Se volete, potete anche tentare di inserire piante a foglia grande, come le Hygrophila, che simuleranno lo stesso fogliame delle mangrovie. Ma anche in questo caso non esagerate e soprattutto siamo nel campo della sperimentazione.
I pesci
Per quanto riguarda la popolazione da inserire in acquario, come per l’estuario salmastro, potete far riferimento a pesci ovovivipari, come i poecilidi come Black Molly, oppure alcuni caracidi. Ma se volete davvero ottenere un biotopo particolare nel suo genere, i pesci da inserire sono proprio quelli accennati fino ad ora. Il saltatore del fango, Periophthalmus barbaru, vi darà molte soddisfazioni se fornite una zona emersa. Trascorrerà la maggior parte del tempo nella sabbia emersa e fangosa per dar vita ad atteggiamenti assolutamente unici e inusuali. E’ soprattutto per questo, più che per il suo aspetto, che vale la pena di allevarlo. Anche il pesce arciere Toxotes jaculator è un esemplare che renderà unico il vostro acquario. Se inserite mosche o moscerini nello spazio sovrastante l’acqua potrete osservare le sue movenze di caccia e il famoso lancio dell’acqua per far cascare l’insetto. Una buona aggiunta può essere rappresentata dal pesce di vetro indiano Chanda ranga, particolarissimo nel suo corpo trasparente. Infine, non inserite nel fondo pesci gatto delle zone in questione: nella maggior parte dei casi raggiungeranno dimensioni elevate. Molto più interessanti saranno i granchi e le loro chele. In particolare il granchio violinista (Uca pugnax) propone un interessante dimorfismo nelle chele con una molto più grande dell’altra (da qui il nome). Questi granchi non avranno problemi di compatibilità con le altre specie poiché tutti pesci di superficie, anche se il granchio può diventare minaccioso se aggredito o infastidito. L’unica specie che condivide degli spazi con il granchio è il saltatore nel fango, soprattutto nelle zone emerse. Infatti anche il granchio violinista si arrampicherà spesso fuori dall’acqua ed entrerà in contatto con l’altro abitante dell’argine. In generale non dovrebbero sorgere problemi, visto che anche in natura le due specie riescono a convivere abbastanza pacificamente. Valutate solo se avete a disposizione ampi spazi di zone emerse o no: questo potrebbe essere un fattore cruciale per evitare che i due litighino per il predominio di una zona. Magari costruite due sponde opposte…se avete voglia e pazienza.