Il continente Australiano ospita molti sistemi fluviali che attraversano tutto il territorio e generano diversi piccoli microambienti. Infatti data l’estensione del territorio, spesso i fiumi passano attraverso zone temperate, sub tropicali o tropicali, incontrando quindi condizioni assai differenti in molti tratti del loro corso. Inoltre, durante le piogge abbondanti o comunque durante un aumento della loro portata d’acqua, spesso straripano generando delle pozze in alcuni casi anche profonde, dove pesci ed altri animali hanno la possibilità di riprodursi e generare quindi nuova vita. E’ ovvio che in questi ambienti possono prosperare solo creature abbastanza versatili a tutte le varie e diverse condizioni che si generano man mano durante l’estendersi del fiume. E’ questo il regno dei pesci arcobaleno (Melanotaenia), bellissimi nei loro colori e inusuali nella loro forma. Anche per questi motivi appaiono abbastanza resistenti ai cambiamenti improvvisi delle caratteristiche ambientali: nel continente si assiste spesso all’alternanza di foreste pluviali, pozze formate da allagamenti, fiumi veloci ed altri meno, mangrovieti e ambienti salmastri. Questo rende bene l’idea della incredibile varietà di habitat che l’ambiente circostante offre. Non solo. Tutti i pesci che vivono in queste zone devono riuscire a sopportare temperature quasi estreme, poiché il sole, specialmente nelle acque aperte e senza ombra, concede una temperatura che raggiunge anche i 40 gradi. L’altra grande variazione che devono saper gestire riguarda la salinità dell’acqua, che propone anche in questo caso, oscillazioni notevoli, soprattutto nelle pozze formate dalle infiltrazioni nelle rocce del sottosuolo. Le rocce in questa loro azione di filtraggio, cedono molti sali minerali che a causa della continua evaporazione dell’acqua generata dalle elevate temperature, aumenta sempre di più durante la stagione calda, fino a toccare valori notevoli. Al contrario, quando le pozze vengono rifornite di acqua dolce a causa dello straripamento dei torrenti o dei fiumi nella stagione delle piogge, la salinità si riduce notevolmente grazie all’apporto di acqua povera di sali. Solo pesci molto resistenti alle mutevoli condizioni chimiche e generali dell’acqua potevano proliferare in un ambiente del genere.
Tuttavia, le condizioni che propongono i fiumi sono sicuramente più stabili rispetto alle pozze, avendo acqua dolce e stabile per gran parte del loro percorso ad eccezione delle zone salmastre in prossimità dell’oceano o dei mangrovieti. In realtà sebbene le condizioni dell’acqua e della temperatura siano abbastanza stabili, la conformazione del fiume cambia molto durante il suo percorso: in origine è sicuramente più tumultuoso, con la formazione di ampie cascate, mentre nella vallata assume un passo lento e tranquillo, accumulando detriti e sabbia negli argini. In questo contesto sono poche le fonti di cibo a disposizione dei pesci: piccoli invertebrati ed altri animali acquatici possono rappresentare delle risorse alimentari preziose. Inoltre, molti insetti si riproducono nell’acqua, come ad esempio le zanzare, generando molte larve che opportunamente verranno predate dai pesci più scaltri. Analoga situazione per gli insetti che sbadatamente possono cadere nelle acque popolate dai pesci.
Allestimento
Riprodurre il biotopo australiano non è affatto semplice, poiché come abbiamo visto i fiumi attraversano zone di natura differente, in alcuni casi parecchio differente. Quindi, la prima cosa da fare è scegliere quale tipologia si intende riprodurre: possiamo scegliere in base ai nostri gusti estetici, poiché i pesci si troveranno bene in qualsiasi ambiente riprodurremo. Onestamente, se posso darvi un consiglio, adotterei il biotopo sabbioso delle zone tranquille dei fiumi. Potete riprodurre il fondo sabbioso con della sabbia argentata, non prima di aver predisposto un buon fondo fertilizzante. Questo vi consentirà di ospitare piante a foglia larga presenti nel biotopo naturale: in alcuni tratti la vegetazione è abbondante, quindi spaziate in fatto di esemplari e tipologie. Preferisco questo tipo di biotopo proprio perché contiene molte piante, piuttosto che il classico fondo roccioso delle zone turbolente che ovviamente non le contempla. L’unica vera accortezza che dovete adottare è quella di smuovere spesso la sabbia, altrimenti compattandosi può creare diversi problemi con la formazione di zone carenti di ossigeno e proliferazione di batteri nocivi. Per caratterizzare il tutto utilizzate anche rami o radici che diventeranno il punto di attrazione della vasca. Riproducete in questo modo l’effetto di rami caduti in acqua ed ancorati al suolo sabbioso. Di solito un unico grande ramo rende migliore questo effetto naturale. In alternativa usate delle rocce di ardesia, che con il loro colore grigio scuro contrasteranno bene con il fondo. Siccome le condizioni dell’acqua sono dure e alcalini potete anche ricorrere a rocce di diversa natura e per giunta calcaree. Completate con alcuni piccoli ciottoli sul fondale disposti in ordine sparso e casuale.
Le piante
Per quanto riguarda le piante, tutto dipende dalla scelta effettuata in fase di allestimento. Se avete preferito riprodurre il fondale roccioso, allora ne serviranno davvero poche. Al contrario, se avete scelto quello sabbioso, potete ricreare anche condizioni di fitta vegetazione, soprattutto con la presenza non solo di piante sommerse, ma anche galleggianti. E’ davvero complesso cercare di ottenere dai negozi specializzati piante derivanti dal biotopo originale, ma possiamo utilizzare molte Echinodorus a foglia larga per simulare i ripari che i pesci troveranno nelle foglie delle piante delle pozze australiane. Nel centro piano potete utilizzare esemplari non troppo grandi di sagittaria, mentre in primo piano può essere affascinante riprodurre un praticello di Lilaeopsis novae zelandiae. Tenete conto che la fitta vegetazione richiederà fertilizzazione liquida e molta luce, soprattutto nel caso del praticello. Quindi a seconda dell’altezza dell’acquario utilizzate lampade T5 che assicurano una migliore penetrazione della luce fino al fondo dell’acquario. Ottimi riflettori permetteranno di ridurre al minimo la dispersione dei fasci luminosi. Per quanto riguarda le piante galleggianti, sempre che abbiate una vasca aperta che ve lo permetta, valutate quanta superficie avete a disposizione. Molte possono essere adatte, ma calcolate che tutte filtreranno la luce in vasca, rendendo quindi impossibile la proliferazione di un praticello. Quindi il consiglio è di scegliere o in un senso o nell’altro. In entrambi i casi avrete un acquario affascinante.
I pesci
Il popolamento della vasca può essere abbastanza semplice, in quanto la maggior parte dei pesci Australiani è disponibile nei negozi specializzati di acquariofilia. Sicuramente i re del biotopo sono i pesci arcobaleno, affascinanti nei loro sgargianti colori, ma potete inserire anche ghiozzi, gobioni e pesci gatto. Nella maggior parte dei casi, non ci saranno problemi di compatibilità tra le specie, ma l’unica accortezza che davvero dovete adottare risiede nelle dimensioni che alcuni pesci gatto possono raggiungere: non dimenticate che potrebbero divorare, una volta cresciuti, tutti gli altri pesci di dimensioni inferiori. Quindi occhio alle dimensioni future e non fatevi ingannare da quelle che osservate al momento dell’acquisto. Molti di essi preferiscono acqua salmastra, ma si adatteranno benissimo alle condizioni dell’acqua del vostro acquario. Tra le tipologie che potete inserire, sicuramente quello più particolare è il pesce gatto squalo, chiamato così per la forma delle sue pinne e per la colorazione argentata. Questo pesce è molto pacifico e altrettanto utile visto che passa la maggior parte del tempo a rovistare il fondo dell’acquario. Se avete scelto il biotopo sabbioso, tenete conto che la sua attività vi aiuterà a mantenere ossigenato il substrato ed eviterà la antiestetica formazione di alghe. Anche i Gobioni svolgeranno questa importante funzione, ma anche essi possono raggiungere dimensioni notevoli: scegliete specie che non crescano troppo, come il gobione comune (Gobio gobio) che arriva a malapena ai 10 cm di lunghezza. Infine, se nessuna delle precedenti scelte vi soddisfa, potete sempre prendere in considerazione i ghiozzi, ottimi pesci da fondo anche loro. Sicuramente più timidi dei gobioni, se allevati in buon numero sarà possibile vederli maggiormente in giro per l’acquario. Le dimensioni anche in questo caso sono ottimali (6 cm al massimo) e qualsiasi specie di ghiozzo prenderete in considerazione vi stupirà per il comportamento bizzarro e i movimenti particolari.
Ma come anticipato, veniamo ai veri protagonisti del biotopo. I pesci arcobaleno, sono pesci molto resistenti, pacifici e vivaci. Si adattano alla maggior parte delle condizioni in acquario, così come avviene in natura, e per questo possono essere un ottimo inizio per i principianti e un vanto per i più esperti. Non lasciatevi ingannare se in negozio li troverete grigi con colori spenti: vi troverete difronte o ad un pesce stressato o più probabilmente ad un esemplare giovane, che una volta maturo vi ripagherà con colori accesi e sgargianti. Inoltre, non crescendo più di 8-10 cm, potrete inserirne diversi in vasca, rallegrando l’acquario. Molte sono le specie con colorazioni bellissime che potete scegliere: la Melanotaenia trifasciata presenta strisce rosse e blu, mentre la Melanotaenia Bosemani, il mio preferito, risalta per il posteriore giallo-arancione e un anteriore verde-blu con un colore rosso intenso in prossimità del capo. Ma le specie che potete selezionare dipenderanno dai vostri personali gusti estetici e imparerete che in questo con i pesci arcobaleno avete un’ampia possibilità di scelta.