I fiumi americani sono caratterizzati da un corso abbastanza corto nel tratto che va dalla sorgente al raggiungimento dell’oceano. Il loro letto è per lo più roccioso e caratterizzato quindi da un elevato grado di alcalinità dell’acqua. Infatti, il continuo movimento dell’acqua nel corso del tempo ha eroso molte delle rocce presenti nel letto dei fiumi, liberando molte minerali e calcare. Il risultato è un acqua molto dura e molto ossigenata. Infatti, durante il periodo delle piogge, molti torrenti alimentano i fiumi che aumentano di portata e velocità creando zone davvero tumultuose. Il grande movimento superficiale produce molto ossigeno nelle acque. A maggior ragione in questi periodi avviene l’erosione delle rocce. Tutti i sedimenti che vengono trasportati dalle acque formano una sorta di sabbia fine che si accumula spesso nelle zone di tranquillità delle acque e negli intramezzi delle rocce. Qui la maggior parte dei pesci che vivono in queste zone, trovano rifugio e ottime tane per portare a termine la riproduzione. Durante la crescita del letto del fiume, si formano spesso delle vere e proprio pozze che in alcuni casi rimangono collegate al fiume, in altri casi rimangono isolate.
Appare ovvio, che nelle zone tumultuose è improponibile la presenza di vegetazione acquatica, in quanto risulta difficile se non impossibile per le piante, radicare efficacemente nel suolo. Ciò nonostante le alghe riescono a diffondersi sulle rocce e diventano ottima fonte di cibo per i vari ciclidi che popolano il fiume. Questi ultimi hanno sviluppato una forte propensione al raschiamento delle rocce e sono molto abili nel reperire alghe anche resistenti. Analogamente avviene per i pesci gatto locali, che con la loro bocca a ventosa riescono ad ancorarsi in maniera ottimale alle rocce ed accumulare molte quantità di alghe. Le zone con corrente contenuta, o le pozze che si formano ai lati del fiume principale, al contrario ospitano diverse specie di piante acquatiche. Questo micro ambiente permette la presenza di molti insetti e larve che rappresentano un ottimo cibo per i pesci e altri animali. Anche piccoli crostacei popolano le zone tranquille, partecipando alla catena alimentare. Loro si cibano soprattutto dei microrganismi che proliferano attorno alle alghe e nelle radici delle piante.
I ciclidi che popolano queste zone dell’America, sia le acque aperte che le pozze tranquille, hanno atteggiamenti molto aggressivi per la difesa del territorio. Tale atteggiamento viene esasperato durante la riproduzione: i maschi, di solito molto colorati rispetto alle femmine, intensificano i loro colori per attrarne una. Una volta che viene formata la coppia, entrambi sceglieranno un rifugio confacente per riprodursi: i ciclidi più grossi sono capaci anche di spostare pietre e rami per delimitare il territorio. Qualsiasi creatura che si avventuri all’interno rischia di essere aggredito selvaggiamente. La femmina depone le uova di solito su una superficie liscia, come una roccia ad esempio, ed il maschio le feconderà successivamente. Dopodiché entrambi proteggono il territorio fino alla schiusa delle uova. Non solo. Dopo la nascita, entrambi i genitori si prenderanno cura della prole durante le escursioni nel fiume, fin quando i giovani non saranno in grado di nuotare da soli. Le lotte tra gli esemplari maschi sono quasi sempre dimostrative: quando si incontrano due esemplari manifestano atteggiamenti aggressivi gonfiando le branchie e alzando le pinne, tanto per sembrare di dimensioni maggiori e spaventare l’avversario. Chi perderà nel confronto avrà modo di fuggire via: in rarissimi casi tali scontri producono una vittima. Il problema di gestire queste situazioni in un acquario, deriva dal fatto che esso è appunto uno spazio chiuso e pertanto non sempre i pesci “perdenti” hanno la possibilità di allontanarsi a dovere.
Allestimento
L’allestimento di questo acquario, coincide quindi con un allestimento per ciclidi, i veri protagonisti del biotopo. L’ambiente da riprodurre sarà quindi prevalentemente roccioso, con la creazione di molti nascondigli e rifugi. Fornite elementi particolari in alcuni punti, come legni ad esempio, per delimitare il territorio delle specie che inserirete. Dovendo inserire molte rocce, assicuratevi di posizionarle nel modo corretto nel substrato, in maniera tale che cadendo non danneggino i vetri dell’acquario. Tenete conto che i ciclidi sono dei grandi scavatori e quindi potrebbero togliere appoggio alle rocce e farle cadere facilmente. Munitevi quindi di santa pazienza e ad un primo strato di ghiaia, aggiungete una maglia plastica e poggiatevi le rocce come desiderate posizionarle. Potete anche siliconarle tra loro per creare più stabilità. Riempite per altri 3 -4 cm la superficie con ghiaietto medio con bordi arrotondati: questo permetterà la stabilità delle rocce, e l’impossibilità dei ciclidi di andare oltre la rete plastica. La forma arrotondata eviterà problemi alla bocca dei pesci intenti a scavare e nasconderà agli occhi dell’osservatore la rete stessa.
Nel creare lo scenario potete utilizzare qualsiasi tipo di roccia. Infatti, dovendo riprodurre un acqua dura e alcalina, le rocce calcaree contribuiranno nella definizione delle caratteristiche dell’acqua rilasciando molti sali. Io consiglio di recarvi nei negozi di rivendita di piante da giardino, dove di solito sono presenti anche le pietre utilizzate per decorare le fontane o i giardini stessi. Queste pietre hanno delle cavità invitanti per i pesci che inserirete ed anche colorazioni particolari, tendenti all’arancio in contrasto con delle sezioni bianche. Credo che siano un ottima scelta ed anche il prezzo non è eccessivo: calcolate che a me una decina me le hanno regalate, in quanto ovviamente si acquistano in blocco e stabilire il prezzo di piccole quantità è un’impresa ardua! Un ultimo consiglio: inserite anche una roccia con superficie liscia, come l’ardesia ad esempio. Sarà utilissima per le fasi riproduttive, altrimenti i vostri ciclidi potrebbero utilizzare le pareti dell’acquario per deporre. Attenzione al filtraggio: i ciclidi sono mangiatori insaziabili e disordinati, quindi un ottimo filtro esterno, magari sovradimensionato leggermente sarà la scelta migliore. Inoltre se volete inserire più di una specie considerate che le dimensioni della vasca devono essere medio-grandi per le ragioni già esposte riguardo il loro comportamento aggressivo.
Le piante
Qualsiasi acquario che contempli la presenza di ciclidi ha scelte quasi obbligate in fatto di piante. Partendo dal presupposto che non è strettamente necessario inserirle per rispettare il biotopo, che come sappiamo è roccioso, la scelta ricade nelle diverse specie di Anubias, Microsorum e le più resistenti di Sagittaria. Le ragione le conosciamo bene: le Anubias hanno foglie coriacee che resistono alle turbolenze dei ciclidi, mentre le feci di giava hanno un sapore amarognolo che scoraggia anche i soggetti più incalliti. Inoltre, e non da ultimo, sono piante che radicano benissimo su pietre e legni, e quindi non corrono il rischio di essere rimosse e danneggiate dall’attività di scavatori di questi simpatici pesciolini. Sono piante di poche esigenze; fornite loro una luce media, anche se vivono bene con luce bassa, e fertilizzate a base di ferro. La somministrazione di co2 non è del tutto necessaria, sebbene, è ovvio, nel caso sia presente, le piante ringrazieranno.
I pesci
I protagonisti di questo acquario saranno ovviamente i ciclidi, anche se potete inserire dei pesci gatto ottimi spazzini. I ciclidi americani sono pesci di colori sgargianti, anche se non come quelli africani, e sicuramente interessanti da osservare in acquario. Ma fate attenzione alle dimensioni, poiché molti raggiungono grandezze considerevoli per un acquario medio. Ad esempio il guapote tigre (Parachromis managuensis) può raggiungere anche i 50 cm. Quindi fate attenzione nei negozi: non sempre le dimensioni che osservate nelle vasche di vendita sono poi quelle che avrete in acquario. I pesci cresceranno e avrete un bel po’ di problemi, oltre a crearne al pesce stesso che sarà sempre meno a suo agio in uno spazio ristretto. Non cercate di ridurre il comportamento aggressivo di questi esemplari inserendo molti elementi come nel caso del biotopo Malawi. Non otterrete i risultati desiderati. Fate piuttosto attenzione alle dimensioni della vasca ed inserite solamente un numero di pesci che potrà integrarsi con lo spazio circostante. Inserite come sempre un maschio per specie e cercate di non mischiarne troppe: ottime scelte sono ad esempio (Cichlasoma meeki), relativamente pacifico e piccolo (15 cm), viene detto ciclide bocca di fuoco, per l’intensa colorazione del suo ventre durante il periodo riproduttivo; oppure altre specie di cichlasoma o Archocentrus nigrofasciatus che propone una colorazione zebrata di grande impatto. Insomma se volete sbizzarirvi, non avete che l’imbarazzo della scelta, in quanto sono molti e colorati i pesci che potete selezionare. Altri splendidi esemplari potete sceglierli tra la famiglia degli Aequidens, con esponenti meravigliosi cone il Pulcher, il Curviceps e perchè no, anche i Maronii. Oltre i ciclidi potrete inserire dei validi pesci gatto in acquario che saranno utilissimi per svolgere la funzione di spazzini dei residui alimentari dei ciclidi. Ma anche qui occhio alle dimensioni, poiché molti potrebbero crescere fino a dimensioni considerevoli. Un esempio classico sono le specie di Hypostomus, con la loro bocca a ventosa sono degli ottimi mangiatori di alghe e presentano una corazza protettiva che gli permette di resistere ad eventuali attacchi dei ciclidi. Se non avete problemi di spazio un interessante pesce dell’America centrale è il Leporinus affinis, che presenta un corpo a siluro macchiato in maniera molto particolare con pinne caudali e dorsali molto sviluppate. Sebbene conviva benissimo con ciclidi grandi e pacifici, spesso raggiunge dimensioni di quasi 40 cm in acquario, rappresentando una delle specie che necessita di ampi spazi.